la bimba che non mangia niente

    DOMANDA

    …dobbiamo anche dire che noi genitori, da piccoli, mangiavamo pochissime cose. Mio marito ancora oggi non mangia ne frutta ne verdura ne pesce, vive praticamente di carne. Io, invece, mangio di tutto. Cerchiamo di mangiare insime alla piccola ogni sera. Ci sediamo a tavola, giochiamo, scherziamo, ridiamo, nn la forziamo assolutamente di mangiare e lei si diverte a guardare curiosamente ogni boccone che mettiamo in bocca pero nn vuole assagiare niente tranne le sue schifezze. Abbiamo pensato di fare ciò che Lei ci ha consigliato, ossia, offrirle solo quello che veramente dovrebbe mangiare, senza alternative di biscotti e cracker, ma nn sapevamo se era abbastanza grande da poterlo farlo. La nostra preoccupazione è quanti pasti possiamo saltare e lasciarla a digiuno. E se il suo stomaco si restringerà ancora di piu durante questi tentativi rigorosi.La ringraziamo ancora per il tempo che ci dedica e le porgiamo i nostri saluti.

    RISPOSTA

    Gentilissimi,
    eccomi di nuovo…
    Dunque, dal punto di vista dell’accrescimento attuale, la bimba è perfetta per l’altezza (50°c) ma scarsa effettivamente di peso (3°c). Ignoro quali fossero le misure precedenti, se non che ha perso 1 kg ultimamente. Ma l’altezza/lunghezza è sempre stata al 50°c, o prima era ad un percentile molto superiore, oppure inferiore?
    Inoltre, pur avendomi fornito informazioni aggiuntive, non mi dite nulla in merito alla parte “organica”, ovvero se è stata studiata – ad esempio – per eventuali infezioni delle vie urinarie, celiachia, allergie alimentari, ecc.
    Avevo insistito molto, nella mia prima risposta, sull’importanza di escludere con certezza queste e altre patologie organiche, perché ad un DCA (disturbo di condotta alimentare) si può e si deve pensare solo dopo aver escluso che le cause del disturbo non siano fisiche.
    Mi dite che siete stati in un Istituto per i disturbi alimentari infantili, a Graz. Se loro vi hanno fornito una spiegazione convincente (ma la dizione di “problema della sua testolina” è un po’ troppo poco medica… Ci sarà, immagino, una diagnosi psicologica o psichiatrica, no? Qual è?) vi avranno anche suggerito una serie di provvedimenti, comportamenti, atteggiamenti da tenere. Ce ne sono stati altri, a parte quello di iscriverla al nido e di condividere con lei i pasti? E, se sì, avete seguito anche quelli, e con quali risultati?
    Certo la vostra storia personale fa pensare che, sebbene entrambi abbiate avuto atteggiamenti neofobici durante l’infanzia, il papà sia probabilmente neofobico anche dal punto di vista genetico, ma questo non dà assolutamente la certezza che anche vostra figlia lo sia, al massimo una possibilità. Peraltro anche in questo caso ci si può correggere, sforzandosi e applicandosi.
    Quanto alla possibilità di seguire la strada rigorosa cui facevo cenno nella mia prima risposta, certo che è possibile farla anche a quest’età, ma sul quanto portarla avanti dipende non da ciò che io vi dico quanto dalle condizioni di salute della bimba, che andranno strettamente e frequentemente monitorate (e non sarebbe affatto una cattiva idea far fare un pannello di esami di laboratorio relative allo stato nutrizionale prima di intraprendere un atteggiamento tanto fermo).
    Potrebbe addirittura essere il caso di fare questo tipo di rieducazione al cibo in un ambiente controllato – leggasi ricovero – e forse, dal momento che a Graz già vi conoscono, potreste rivolgervi a loro…
    Cari saluti
    Prof. Andrea Vania – Pediatra Nutrizionista

    Andrea Vania

    Andrea Vania

    ESPERTO IN NUTRIZIONE PEDIATRICA. Prof. Andrea Vania, specialista in Pediatria con quarantennale esperienza in alimentazione in età pediatrica (0-20 anni) e in adolescentologia. Già Responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione Pediatrica del Policlinico Umberto I – Sapienza Università di Roma
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