DOMANDA
Egr. Dott.
Nonostante siano passati sette anni dall’intervento a cuore aperto per sostituzione di valvola mitralica ogni qualvolta mi trovo a passare dinnanzi alle finestre dell’ospedale non posso fare a meno di rivolgere lo sguardo alla finestra dove mi trovavo ricoverata che dà sulla strada.
Non parliamo poi dei primi anni. l’attrazione fatale verso il reparto è stato sempre molto forte, tanto da ritornare a visitarlo in occasione di due eventi che non mi riguardavano personalmente. Il ricovero di mia zia che si trovava però in un’altra ala del policlinico mi ha portato ad andare per il corridoio del Gallucci passare per le stanze e provare ancora una forte emozione. Ancora il ricovero di mia nipote proprio al Gallucci ma al piano terreno, mi ha fatto risalire la scala ed entrare ancora una volta nello stesso reparto e nella stessa stanza. Premetto che medici e infermieri sono stati di una umanità indescrivibile. ma quello che mi attrae è proprio il reparto, sebbene che al solo pensiero di averne bisogno mi vengono i brividi. Allora come si spiega tutto ciò.
Aspetto con fiducia una sua illuminazione e la ringrazio anticipatamente.
RISPOSTA
Ciò che mi sembra chiaro è che l’intervento al cuore che ha subito, seppure condotto dal personale medico in una maniera che lei descrive di una “umanità indescrivibile”, sia stato per lei particolarmente traumatico. Mi pare dunque naturale che, quando le capita di passare dall’ospedale, il ricordo le torni subito all’intervento e le venga il desiderio di rivedere il reparto dove si è svolto. Ed è anche normale che quei ricordi le provochino forti emozioni. Non ci vedo niente di anomalo o di preoccupante.