DOMANDA
Gentile Dott. Aprile, sin da piccolo, per problemi di salute, ho dovuto fare i conti con l’ansia. Ansia attualmente acuita da un serio problema oncologico.Da poco ho terminato la chemio adiuvante e, avvertendo il bisogno di un supporto psicologico mi sono rivolto ad uno psiconcologo. Finora ero certo che fra noi ci fosse empatia, ma ora il terapeuta, per dimostrami quanto è “magmatico” il mio eloquio minaccia di registrare quanto dico. La cosa mi ha molto frustrato, depresso e inibito. Possibile che la componente ansiosa (assumo prazene)non venga adeguatamente tenuta in considerazione e mi si faccia pesare troppo quel po’di disordine nell’eloquio che io attribuisco al bisogno di catarsi? Gli incontri sono a cadenza quindicinale e la fine dell’ora di colloquio arriva in un amen. Secondo Lei potrei avere dei problemi anche di pensiero oltre che di linguaggio? Ritiene corretto “paventare” il ricorso alla registrazione? Grato per la cortese attenzione,Le porgo i più cordiali saluti.
RISPOSTA
Gentilissimo/a,
Lei sta vivendo un momento difficile della sua vita di fatto, costituito dal “serio problema oncologico” di cui parla. Ha fatto benissimo a rivolgersi ad uno psicooncologo, un esperto che sicuramente ha le competenze per seguirla al meglio. Mi sento quindi di consigliarle di continuare ad aver fiducia nel suo psicoterapeuta che, immagino, sa quali obiettivi si prefigge di raggiungere dicendole che farà “ricorso alla registrazione”. Tanti auguri per la sua vita: non esiti a scrivermi di nuovo se ne sentirà il bisogno. Luigi Aprile