Intervento per le fibrillazioni

    DOMANDA

    egr.prof. vitali.
    59 anni, affetto sin da 20 da extrasistole e rare tachicardie; dopo 5 mesi dopo un modesto infarto inferiore (funzione sistolica conservata, presenza di ateromasie diffuse, applicazione di uno stent su un ramo divisionale della circonflessa), ho cominciato avere fibrillazioni atriali, di durata sempre maggiore (l’ultima di 24 ore)ed altre aritmie (tachicardie anche a 188 battiti/min. presumibilmente sv,flutter atriale ed altre irregolarita’ di battito, tutte ampiamente sintomatiche e ora anche “debilitanti”).
    mi e’ stato proposto da un aritmologo, vista l’inefficazia risolutiva dei farmaci (cordarone, propafenone, almaritm) si eseguire un intervento di ablazione tanto per le fibrillazioni che per il flutter.
    desidererei conoscere un suo autorevole pensiero su tale metodica di cura: in particolare probabilita’ di riuscita e se a parte i rischi legati alla procedura, ci sono controindicazioni sulla futura funzionalita’ cardiaca ? tantissimi ringraziamenti.

    RISPOSTA

    se la terapia medica è inefficace e le aritmie sono come lei descrive importanti e mal tollerate vi è indicazione all’ablazione. le probabilità di riuscita sono buone e il rischio di complicanze basso. nessun problema sulla funzionalità cardiaca.
    buon natale
    ettore vitali