DOMANDA
Gentilissimo Professore Minardi,
sono un abbonato della rivista “OK-Salute e benessere” e desidero sottoporLe il mio caso.
La mia età è di anni 73, soffro di ipertrofia prostatica benigna. Ho iniziato le prime cure dal 1999, ogni anno eseguo esami ecografici di
controllo.
La mia cura dal 2008 consiste nel : Tamsulosin 0,4 mg al giorno e Avodart (dutasteride) 0,5 mg al giorno.
Il trattamento completo si protrae per 6 mesi l’anno, come consigliatomi dal mio medico di famiglia.
A seguito del suddetto trattamento questi i risultati (gli ultimi avuti in data 15/11/2011):
-vescica dalle pareti simmetriche , normodistensibili, assenza di oggetti;
-Ghiandola di circa 35 cc ad ecostruttura disomogenea per la presenza di zona ipoecogena anteriore di ca 21 cc – PSA 2,5 ng/ml
Per i restanti 6 mesi l’anno, il mio medico mi consiglia di interrompere il trattamento del medicinale Avodart (dutasteride) 0,5 mg/al giorno.
In seguito a tale interruzione i miei risultati ecografici risultano, mediamente, così modificati :
-ghiandola di ca 51 , zona ipoecogena costante, PSA 4,0.
La mie domande sono le seguenti:
-L’interruzione risulta una pratica corretta ? Preciso che durante la sospensione del prodotto Avodart non noto variazione dei sintomi.
-La cura è adeguata ? Mi riferisco al prodotto Avodart per il quale il mio dottore nutre dubbi per il rischio di effetti collaterali negativi. Così è?
-Altri consigli da seguire?
Grazie!
RISPOSTA
Si consiglia di assumere i farmaci per il trattamento della ipertrofia prostatica in maniera continuativa, per avere benefici a lungo termine.
La terapia è comunque adeguata.
Gli effetti collaterali di Avodart, se li ha, può averli anche nei sei mesi che assume il farmaco.
Mi pare che complessivamente la situazione sia soddisfacente. Continui a controllare PSA totale e libero ogni 6 mesi; se ci sono aumenti, è necessario fare una biopsia prostatica.