DOMANDA
Gentile Dott.ssa sono il figlio di una mamma di 73 anni che ha recentemente scoperto di essere affetta da un tumore alle mammelle con metastasi al fegato e ossa.
Inutile dirle il grado di distruzione psicologica che sto vivendo: sono disperatamente attaccato a mia madre e non sopporto l’idea di perderla….. farei qualsiasi cosa, anche in via sperimentale ma che mi desse qualche speranza concreta…
Di seguito le riporto i dati della biopsia:
Desrizione macroscopica: due frustoli ed un minuto frammento
Descrizione microscopica: carcinoma lobulare infiltrante, moderatamente differenziato.
Estrogeno: positività nucleare del 90%
Progesterone: positività nucleare del 90%
Ki-67: indice nucleare di proliferazione pari al 20%
Her2: 1+
Mi dicono dalla clinica dove è in cura che intendono agire con 6 cicli di chemio e poi terapia ormonale (visto che ha i ricettori molto alti).
Il protocollo che intenderebbero utilizzare prevede “Avastin paclitaxel”.
Mi dicono che in alcuni pazienti questo protocollo potrebbe non avere effetto ed in alcuni casi si sono verificati anche casi di totale assenza di metastasi al fegato….
Ovviamente, visto che ci sono le metastasi, mi dicono che non ha senso intervenire chirurgicamente… (da profano mi chiedo: ma non si potrebbe invece operare togliendo il tutto dalle mammelle e combattere quindi “solo” le metastasi??? non avrebbe pià chance così???)
Inoltre che cosa ne pensa lei della “Cura Di Bella”??
Grazie per la sua attenzione.
Andrea C.
RISPOSTA
Intervenire chirurgica,ente si può quando appare la priorità per la tutela della vita e del benessere della persona. In questo momento mi pare che la priorità sia affrontare le metastasi con la terapia correttamente proposta. In caso di mancata risposta, la terapia sarà certo cambiata (ma perché partire pensando subito a un insuccesso? C’è bisogno di fiducia, di cooperazione attiva nella relazione terapeutica).