E’ vero che le radiografie causano il tumore alla tiroide?

    DOMANDA

    Gentile Dottore
    circola sul web una mail riguardante la trasmissione di medicina della televisione statunitense “Dr. Oz” nella quale si parla di un rapido aumento di casi di tumore alla tiroide nelle donne e si afferma che questa crescita così rapida potrebbe essere dovuta alle radiografie dentali e alle mammografie.
    Nella mail si riferisce anche che esistono dei colletti protettivi (oltre alla protezione per il torace nel caso di lastre dentali) per la gola che però non vengono usati in ambedue i tipi di radiografie. Le chiedo cortesemente se la notizia corrisponde al vero.
    Inoltre essendo in cura con Tapazole,spero ancora per poco visto il miglioramento della mia tiroidite, e dovendomi sottoporre a breve alla mammografia di controllo e in seguito anche a cure dentarie, le chiedo se posso star tranquilla e se esistono davvero queste protezioni e perchè, nel caso, non vengano utilizzate.
    La ringrazio per l’attenzione
    Nives
    Venezia

    RISPOSTA

    Gentile Signora Nives,
    la sua lettera pone problematiche generali per le quali varrebbe la pena consultare sociologi, psicologi e forse psichiatri, se non altro per verificare quale impatto possano avere le “mail” che circolano sul web o i programmi televisivi, come quello citato del Dr. Oz, sulla “salute mentale” e i comportamenti sanitari degli utenti.
    Già lei dimostra una forte preoccupazione per il suo prossimo futuro sanitario.
    Il dott. Michel Barr, dentista di Palm Beach, introduce in suo breve scritto un parere sull’argomento dei tumori tiroidei connessi a radiazioni ionizzanti osservando che il dott. Oz è alla ricerca continua d’idee per condurre i suoi shows “in eterno” e che sputa sentenze sull’odontoiatria, campo dove ha competenze zero. Il dott. Oz è tanto qualificato in odontoiatria quanto il dott. Barr lo è in chirurgia cardiaca, appunto la specialità del dott. Oz.
    Abbassando i toni, si potrebbe dire che il dott. Oz parla senza specifiche competenze su molte questioni, occupandosi di argomenti al di fuori del suo fisiologico raggio professionale, magari riportando anche affermazioni corrette, ma senza una contestualizzazione, traendone deduzioni azzardate e /o approssimative.
    E’ vero che il tumore della tiroide è in aumento in tutto il mondo: per molti studiosi il motivo principale è da ricercare nelle notevoli capacità di diagnosi delle moderne tecnologie, ma non sono sottovalutati i fattori di rischio riconducibili a fenomeni autoimmuni, mutazioni genetiche, alterati apporti di iodio nella nutrizione, presenza di sostanze carcinogenetiche ambientali.
    Per quanto riguarda le radiazioni, dalla letteratura risulta che il rischio accertato riguarda i casi di pazienti trattati con radioterapia dei tumori del collo e del capo (dosi molto elevate) e il fall-out (ricaduta ambientale) dopo fissioni nucleari (bomba atomica in Giappone o/e incidenti nucleari quali quello di Chernobyl, con il contributo peraltro in tali drammatiche evenienze di diversi tipi di radiazioni non utilizzate in radiodiagnostica e con irraggiamento totale degli individui esposti in vicinanza dell’area critica): in entrambi i casi è l’ordine di grandezza della dosi d’esposizione ad assumere significato prioritario.
    In campo medico diagnostico sappiamo che non è così: il rischio da radiazioni, come noto, è stocastico, cioè probabilistico, e, per conferirgli un significato, deve essere comparato con altre fonti di radiazioni commensurabili, in primo luogo il fondo terrestre.
    Per tutta la popolazione è stato calcolato che il livello annuo di radiazioni nel 2009 per esposizioni dentarie è stato di 0.008 millisievert per persona.
    Il fondo terrestre (natural background) di radiazioni è di 2.4 millisievert per persona, con scostamenti di alcuni millisievert a seconda delle aree geografiche!
    Ciò significa che la quantità di radiazioni che riceviamo solo per il fatto di essere vivi e che calchiamo il suolo terrestre è 300 volte maggiore dell’esposizione media dovuta alle cure dentarie (ma i denti non sono importanti per la nostra digestione quotidiana oltre ad essere, con il sorriso, una delle espressioni più belle della nostra personalità ?).
    A questo punto il Dr Oz dovrebbe sempre cominciare le sue trasmissioni con una frase ovvia, conseguente alle sue affermazioni, che peraltro propone soluzioni non praticabili: ogni giorno subiamo il bombardamento (termine bellico di effetto usato frequentemente anche da molti colleghi medici) di radiazioni che ci faranno morire di cancro; se potete cambiate pianeta!
    Per la mammografia l’American College of Radiology afferma che il rischio è clamorosamente basso per la tiroide, essendo per il tumore di quest’organo inferiore a un caso presunto su 17 milioni di donne esaminate. Quindi, se è vero che in un campione di 17000 donne con un passaggio di screening mammografico si possono diagnosticare 100 tumori, il bilancio rischio/beneficio su 17 milioni di donne sarebbe di un tumore potenzialmente indotto dalla mammografia versus 100000 (centomila) tumori trovati, suscettibili in grande maggioranza di efficace terapia. Non mi pare poco.
    Lo stesso Collegio mette inoltre in guardia dall’uso del collare per la possibilità di produrre artefatti o addirittura oscuramenti di aree mammarie in corso di mammografia.
    Ciò ritengo possa valere per gli esami dentari panoramici con ortopantomografia, mentre per le radiografie endorali il collare radioprotettivo è raccomandabile con particolare riguardo ai bambini e agli adolescenti.
    Anche se so che le radiazioni sono un “tabù mediatico” ed è notoriamente molto popolare chi ne parla, magari a sproposito, in modo del tutto negativo generando allarmi, credo lei, basandosi sulle informazioni sopra riportate, possa programmare serenamente il suo futuro diagnostico sanitario sottoponendosi agli esami di cui ha bisogno nel rispetto delle indicazioni mediche, che tengono conto in primo luogo del bilancio beneficio/rischio del paziente.

    Cordiali saluti
    Luigi Pescarini

    Luigi Pescarini

    Luigi Pescarini

    ESPERTO IN SENOLOGIA DIAGNOSTICA. Luigi Pescarini, specialista in radiologia e studioso senior dell’Università di Padova, già direttore dell’unità complessa di senologia all’Istituto Oncologico Veneto di Padova. Nato a Thiene (Vicenza) nel 1947, si è laureato all’ateneo padovano, dove si è anche specializzato in radiologia diagnostica e in radiologia. Inoltre ha svolto l’ufficio di professore associato […]
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