amori che finiscono

    DOMANDA

    Nella mia vita amorosa,sono stata fidanzata con diversi ragazzi,quasi tutti per un motivo o per un alrro mi hanno sempre lasciata.
    Tuttti questi ragazzi che mi hanno lasciato,mi hanno piano piano,fatto perdere la fiducia in amore,ora non voglio dire che non mi fido e non mi butto nell amore al 100 %,ma dato che sono stata lasciata sempre io per motivi futili ,non so se ha senso a questo punto rimanere single .
    La maggior parte dei miei ex ragazzi,mi ha lasciato perche aveva paura di amarmi e di rimanere scottato e quindi preferivano lasciarmi,da questo posso dedurre che purtroppo ho conosciuto molti ragazzi immaturi e superficiali quasi dei bambini ,perche lo so che l amore è un rischio ma non bisogna avere paura,invece loro hanno paura di soffrire in amore e sopratutto ho notato che appena uscivano dei problemi nella relazione come in tt le relazioni,preferivano non affrontarle ma lasciarmi ,sperando cosi di trovare qualcosa di piu facile e non impegantivo o semplicemente che li soddiffi di piu .Io invece a differenza loro lotto per l amore e ho piu volte tentato di recuperarlo ma senza successo.
    Ora non so quanto senso ha impegnarsi tanto a trovare una persona che speri che ti ami e che ti stia per sempre dato che oggi si è cosi superficiali(non ci si accontenta insomma olasciare per non soffrire) e si tanto si pensa sempre che il mondo è pieno di ragazze e di ragazzi che tanto non vale la pena stare insieme a qualcuno e affrontare la vita tenendosi per mano per sempre

    RISPOSTA

    Gentilissima,
    il problema dell’amore è uno dei più complessi e, probabilmente, misteriosi: non credo solo fino adesso, ma verosimilmente fino a quando esisteranno gli esseri umani. In poche parole, i significati dell’amore coincidono con quelli di essere umano. Così chiedersi i perché dell’amore è come chiedersi i perché degli esseri umani: perché esistiamo, ovvero perché l’amore esiste? Perché gli umani sono complicati, ossia perché l’amore è complicato? Perché l’amore fa soffrire, ovvero perché gli umani soffrono? Perché gli umani provano gioia e felicità, ossia perché l’amore fa provare gioia e felicità? Le sue domande richiedono praticamente infinite risposte. Potremmo parlarne per ore, giorni, mesi, anni, una vita, per giungere probabilmente ai soliti punti. Perché? Circoli viziosi, quindi, “nodi” come un famoso psichiatra, R. D. Laing, li ha definiti. Cosa fare quindi per ‘sciogliere’ questi “nodi”? Credo che l’unica risposta è ‘vivere’. Solo vivendo, infatti, potrà ‘capire’ cosa significa l’amore. Non credo sia possibile, né consigliabile decidere ‘a tavolino’ di stare soli o innamorarsi. La nostra natura, il nostro modo di essere è tale per cui stabilire di stare soli o ‘tenersi per mano per sempre’ dipende dalle circostanze della vita. Certo possiamo favorire o ostacolare certi esiti con i nostri comportamenti. Ma non possiamo far sì che le cose capitino esattamente come le vogliamo o immaginiamo: la realtà è sempre più complicata di quanto noi possiamo immaginare. Viva, semplicemente, senza alcun ‘partito preso’. Cerchi di essere il più naturale che le è possibile e vedrà che, quando sarà tempo, troverà la persona più adatta per lei. Abbia fiducia nella vita. Fiducia in se stessa, non si lasci abbattere dalle circostanze che ha vissuto. Il futuro è sempre migliore, o comunque diverso da quello che è stato il nostro passato o il nostro presente. Siate “affamati”, siate “folli”, come ha detto Steve Jobs nel giugno del 2005 nel suo discorso agli studenti della Stanford University, quando ha ricevuto la laurea honoris causa. Bei concetti che anch’io mi sento di girarle e sui quali riflettere e soprattutto vivere. Con i migliori auguri di trovare quell’amore che cerca e che le dia tanta gioia e felicità, Luigi Aprile.

    Luigi Aprile

    Luigi Aprile

    ESPERTO IN LINGUAGGIO E LETTURA NEI BAMBINI. Docente di psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione all’Università di Firenze. Nato nel 1957 ad Addis Abeba (Etiopia), ha conseguito un dottorato in psicologia presso l’Università di Firenze. Si interessa soprattutto di sviluppo dei processi lessicali e di comprensione della lettura.
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