iperattività e disturbi di apprendimento

    DOMANDA

    Salve,sono la mamma di Pietro, un bimbo di4 anni che ha due sorelle maggiori. Pietro è nato normalmente senza problemi, si è sempre ammalato molto(raffreddori,otiti..),ma fin da piccolo ha fatto tutto più tardi( ha inziato a stare seduto a 12 mesi, a camminare a 18, a parlare fino a 3 anni e mezzo diceva poche parole). Ora parla abbastanza bene e anche all’asilo è molto più socievole. Però non sta mai fermo, ha difficoltà a concentrarsi o meglio se una cosa gli piace la fa altrimenti inizia a guardare in alto e va via.La tv è una passione,ma non guarda un cartone intero,cambia canale di continuo. Vedendo le sorelle sa usare il computer, conosce colori, numeri, giorni della settimana e lettere dell’alfabeto( che ha imparato da solo con il computer sapientino). Ma non riconosce gli animali o la frutta nei libri(i libri non li guarda neanche) e soprattutto ha scarsa manualità: disegnare non gli piace e quindi fa velocemente uno scarabocchio, non sa ancora disegnare niente e non ci prova neanche.Se si cerca di farlo disegnare o incollare o colorare, non ascolta, la maestra ottiene qualcosa solo minacciandolo.Da due mesi due volte la settimana fa una terapia con una psicologa e anche lei conferma che in alcune cose è brillante( ha una grande memoria) e in altre non presta attenzionee dice che è strano. Come possiamo aiutarlo? io sono preoccupata anche in vista della scuola fra due anni anche se rispetto all’anno scorso soprattutto nel linguaggio ha fatto molti progressi. grazie

    RISPOSTA

    Gentilissima,
    quanto lei dice di suo figlio (nascita normale, diverse ‘malattie’ come raffreddori, otiti, ecc., posizione seduta a 12 mesi, camminare a 18 e a parlare a 3 anni, anche se ora parla normalmente, ecc.) non consente di poter formulare un parere preciso. Lei lamenta che il suo piccolo e splendido Pietro “non sta mai fermo” e, quando guarda la televisione, di cui sembra appassionato, cambia programma continuamente, senza riuscire a terminare, ad es., un cartone animato fino in fondo. Dice anche che “i libri non li guarda neanche”. Tuttavia ha imparato a riconoscere le lettere dell’alfabeto, mediante l’ausilio del “computer sapientino”, oltre che osservando le proprie sorelline.
    Lei, nell’oggetto di questa email, sembra stia pensando a un disturbo come l’iperattività e disturbi di apprendimento. Cosa dire? Come potete aiutarlo? Certamente, rivolgersi a professionisti che si occupano di iperattività e disturbi di apprendimento mi sembra una buona decisione. Alcuni comportamenti (non sta mai fermo, non riesce a concludere la visione di un cartone animato fino in fondo, se si cerca di farlo disegnare o incollare o colorare, non ascolta, ritardi in alcune delle fondamentali tappe nello sviluppo come stare seduto, camminare, imparare a parlare ecc.) possono deporre a favore dei suoi ‘sospetti’. Ma altri comportamenti (alla scuola dell’infanzia è socievole, sembra abbia grande memoria, ha imparato a riconoscere le lettere dell’alfabeto, ecc.) sembrano non essere sufficienti per dire che si tratta di un ‘disturbo di apprendimento’. Il fatto che la psicologa cui attualmente vi siete rivolti in cerca di aiuto dica che suo figlio è “strano”, indubbiamente merita particolare attenzione. Strano perché? nella sua mail non lo dice e credo sia importante, da parte sua, chiedere alla psicologa su quali fatti precisi si basi il suo giudizio.
    Non mi sembra neanche il caso di tranquillizzarla completamente. Sicuramente Pietro manifesta un ‘disagio’. Bisogna capire però di che tipo di disagio si tratti. In alcuni casi, comportamenti come quelli di Pietro scompaiono spontaneamente con lo sviluppo. 4 anni sono ancora pochi, soprattutto per tentare di spiegare comportamenti così contrastanti come quelli di suo figlio. Fa bene a pensare a quanto potrebbe accadere fra 3 o 4 anni a suo figlio nella scuola primaria. E’ chiaro che non può ‘ignorare’ i libri, o tutta una serie di attività come disegnare, incollare, colorare, ecc. E’ possibile che il sistema nervoso di suo figlio sia ancora in una fase ‘vulcanica’ di maturazione. Questo fatto avviene normalmente a 4, 5, 6 anni e oltre. Certo però che alcuni comportamenti come rifiutarsi di disegnare, o fare qualcosa che a lui non piace, per cui guarda in su e ‘scappa’ sono ‘sintomi’, ‘segni’ con i quali Pietro comunica a chi gli sta intorno che qualcosa dentro di lui ‘non è tranquilla’, ‘non va’, ‘lo agita’, ‘gli produce il bisogno di muoversi, non stare tranquillo’. Ma sapere che cosa sia esattamente questo ‘qualcosa’, nessuno può dirlo con certezza. Soprattutto, capire cosa fare con lui per ‘farlo stare bene’. In quanto scrive, probabilmente per brevità, non parla di tante cose che giocano un ruolo fondamentale. Cosa ne pensa suo marito (compagno o altro)? Cosa dice di questa sua preoccupazione? Come la valuta? Le sorelle maggiori cosa dicono, fanno, credono a proposito di Pietro e dei suoi comportamenti? Ci sono altri componenti della famiglia che vivono con voi? Nonni o altri? Anche se non vivono con voi, Pietro sta molto tempo con i nonni? Perché Pietro è ‘appassionato’ della televisione? La tv piace a molti bambini. Ma è forse la tv un ‘sostituto’ per qualcos’altro che non c’è? Quanto tempo e come Pietro trascorre con la madre e il padre? Cosa fa quando è con le sorelline? A volte, anzi sistematicamente, noi siamo molto diversi da madre, padre, sorelle e/o fratelli. Siamo unici. Pietro è unico. Questa è una ‘realtà’ che la invito a considerare della massima importanza. Come sempre, credo sia importante tranquillizzarla, ridurre l’ansia che sento nelle sue parole. Vedrà che Pietro crescerà al meglio. Ora è necessario che si occupi in modo particolare di lui. Magari rivolgendosi a specialisti, come pediatra, neurologo, psichiatra, psicoanalista, oltre che, come le ho già detto, specialisti che operano nel campo dell’iperattività e dei disturbi dell’apprendimento. Tantissimi auguri a tutta la sua famiglia e al piccolo Pietro che, in questo momento, attira le sue ‘preoccupazioni’, ma che, allo stesso tempo, le dà l’opportunità di ‘maturare’ nuove dimensioni del suo essere madre che non conosceva e che l’aiuteranno sicuramente, ne sono certo, ad essere migliore e più consapevole. Luigi Aprile

    Luigi Aprile

    Luigi Aprile

    ESPERTO IN LINGUAGGIO E LETTURA NEI BAMBINI. Docente di psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione all’Università di Firenze. Nato nel 1957 ad Addis Abeba (Etiopia), ha conseguito un dottorato in psicologia presso l’Università di Firenze. Si interessa soprattutto di sviluppo dei processi lessicali e di comprensione della lettura.
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