DOMANDA
Gentile Dottor Camporese, sono una ragazza di 26 anni. 2 anni fa in seguito ad una continua leucorrea(perdite di un colore tendente al giallastro) ho effettuato diversi esami: pap test: cellule metaplastiche e flora batterica mista; hpv dna:negativo, tampone vaginale per la ricerca di germi comuni: negativo; tsmpone per germi specifici: veniva isolato Ureaplasma urealitycum carica batterica pari a 10.000. Segue cura con antibiotico miraclin (doxiciclina). i successivi tamponii negativi. Nel frattempo in attesa dell’ esito del tampone poi risultato positivo all’ ureaplasma, mi sottopongo a visita ginecologica in cui viene riscontrata una lesione, una piaghetta. Nonostant i tamponi di controllo negativi qualche perdita continuavo ad averla, manulla di piu’. L’anno scorso ho eseguito esattamebte dopo un anno.dal primo, il mio secondo pap test che segnalava cellule metaplastiche e bacillo di doderlein. Quest anno, a mata’ dicembre ho eseguuto il mio terzo pap test che segnala flora batterica mista e modificaziini cellulari reattive addociate a flogosi. negativo per malignita’ o lesioni intraepiteliali. Le chiedo cosa indicano flogosi e flora battetica mista. Penso che eseguiro’ un tampone completo per escludere una ricaduta da ureaplasma.Vorrei chiederLe se secondo Lei necessito di una cura urgente o se posso rimandate tutti i controlli al dopo-festivita’.Un’ ultima cosa, Le risulta che l’ureaplasma possa provocare un anticipo dell’arrivo fel ciclo.di 2-3giorni? grazie infinite
RISPOSTA
Allora, cominciamo dall’ultimo quesito per escludere nel modo più assoluto tale correlazione.
Per il resto, lei non ha bisogno di un intervento urgente, ma piuttosto di una buona diagnosi della sua situazione vaginale. Infatti, dal racconto sembra emergere l’ipotesi più probabile di un dismicrobismo/vaginosi, che però non è stato correttamente valutato e trattato.
Infatti l’Ureaplasma non va mai trattato in questi casi con antibiotico, perché il suo riscontro è solamente il segno di norma più evidente di un alterato rapporto tra la flora batterica “buona” e quella che in realtà dovrebbe essere espressa a livello vaginale in bassa quantità, ma che in determinate circostanze prende il sopravvento producendo i sintomi che lei riferisce. Per cui non è l’Ureaplasma che va trattato, ma il substrato dello squilibrio dell’ambiente vaginale presente.
In sintesi, si faccia fare un tampone vaginale che valuti da un punto di vista quantitativo la presenza dei lattobacilli e soprattutto che riporti la misura del ph, cioè la misura dell’acidità dell’ambiente vaginale, che è espressione della salute vaginale. Se (come credo) entrambi, o anche uno solo dei due parametri sarà alterato, è necessario intervenire ripristinando l’equilibrio vaginale.
Se le interessa approfondire il problema e la sua possibile soluzione legga, se ha voglia e tempo, il mio libro appena edito da Tecniche Nuove dal titolo “Vulvovaginiti e vaginosi. Riconoscerle e guarirle in modo efficace e naturale”. Auguri!