DOMANDA
Il fenomeno che di seguito espongo si manifesta assai di rado (meno di una volta l’anno) e da circa una ventina d’anni. Esso si presenta sempre dopo cena. I sintomi: dapprima avverto un leggero senso di spossatezza, seguito da sensazione di freddo intenso, accompagnata da brivido e tremore fortissimo, che dura 10-15′ circa. Durante questa fase, ho necessità di coprirmi con coperte o piumini, perché il brivido è talmente intenso da generare fortissime contrazioni in tutto l’apparato muscolare. Superata la fase acuta del brivido, permane la sensazione di freddo e, nel contempo, comincia ad aumentare velocemente la temperatura corporea. Domenica, dopo circa 3 ore dai primi sintomi, quando già stavo assai meglio, ho misurato 39°C. Successivamente interviene sudorazione abbondante, assunzione di liquidi e diminuzione della temperatura, sicché, al risveglio mattutino, la febbre è definitivamente scomparsa e rimane solo una leggera sensazione di spossatezza, che poi sparisce del tutto durante la giornata. Preciso che, in questi casi, non assumo paracetamolo o affini, perché la temperatura è sempre calata spontaneamente. Prima di questo w.e. il fenomeno non si era mai ripetuto due sere consecutive e mai durante la stagione calda. Le ultime due cene, tra l’altro, non sono state “impegnative”. Non ho mai sofferto di disturbi gastro-intestinali. La digestione è forse un pò lenta, ma nulla di più. Ho 46 anni, 182 cm x 80 Kg, pratico circa 7 ore/settimana di nuoto/corsa. Grazie.
RISPOSTA
Il quadro clinico riferito è veramente molto sporadico per cui l’interpretazione clinica è ardua. Potrebbe prestare attenzione se in occasione di questi episodi siano presenti in maniera ricorrente uno o più alimenti o se non vi sia alcuna correlazione tra l’alimentazione e la comparsa dell’iperpiressia. Durante la comparsa del brivido e in corso degli episodi febbrili sarrebbe utile effettuare una emocoltura e una determinazione dell’emocromo; può anche eseguire come screening iniziale un RAST per alimenti per una eventuale allergia alimentare, gli esami di funzionalità epatica, un’elettroforesi proteica, la determinazione delle immunoglobuline e almeno un’ecografia completa dell’addome per cogliere una qualche possibile patologia degli organi addominali compreso il sistema linfonodale.