DOMANDA
Buongiorno Dott. Bertuzzi,
è stato diagnostica quest’oggi il diabete mellito di tipo 1 al mio bambino di 6 anni.
Oggi è ricoverato presso l’ospedale di Matera.
Visto che dovrà effettuare l’insulina “a vita”, ho letto che Lei si occupa di trapianto delle cellule che producono l’insulina.
Sarà possibile effettuare il trapianto di cellule che producono l’insulina?
Grazie
Salvatore
RISPOSTA
Gentile signore
il trapianto di isole pancreatiche nei pazienti adulti affetti da diabete mellito di tipo 1 è già da diversi anni una reale opzione terapeutica con una percentuale di successo sicuramente migliorata rispetto al passato grazie all’utilizzo dei nuovi protocolli di immunosoppressione e di protezione delle cellule trapiantate.
Consiste in un’iniezione all’interno del fegato di aggregati di cellule che producono insulina (le isole pancreatiche). Queste cellule sono state estratte e purificate dal pancreas di un donatore cadavere di organi con una procedura molto complessa. Il trapianto si caratterizza per la sua semplicità: viene infatti eseguito in anestesia locale ed è facilmente ripetibile nello stesso ricevente. Nell’80% circa dei casi il trapianto permette di liberare il paziente per alcuni anni dalla necessità della somministrazione di insulina rallentando inoltre la progressione delle complicanze croniche.
Come tutti i trapianti di organo richiede però una terapia immunosoppressiva che eviti il rigetto. Infatti il sistema immunitario del ricevente riconosce come estranee al proprio corpo le cellule trapiantate provenienti da un’altra persona (il donatore) e quindi si attiva per distruggerle. I farmaci immunosoppressori impediscono questa distruzione, indebolendo le difese immunitarie del paziente che rimane pertanto più sensibile alle infezioni. Per questo motivo, e per gli altri effetti collaterali di questi farmaci, il trapianto di isole viene oggi consigliato sono in casi particolari, in quei pazienti cioè in cui il diabete è molto scompensato (diabete instabile), con complicanze acute (severe crisi ipoglicemiche, episodi di chetoacidosi con ricoveri ospedalieri). In questi pazienti la necessità di migliorare il controllo delle glicemie e la qualità di vita giustifica l’utilizzo dei farmaci immunosoppressori con i loro possibili effetti collaterali.
Il trapianto di isole non viene mai eseguito in bambini e ragazzi con diabete mellito di tipo 1: in loro gli effetti collaterali dei farmaci immunosoppressori possono essere particolarmente severi.
Per il futuro dobbiamo essere ottimisti: sono in corso diversi studi clinici che cercano di ridurre se non togliere la necessità della terapia immunosoppressiva e che cercano di prolungare la funzione dei trapianti nel tempo.