DOMANDA
Buongiorno,
da poco ho scoperto che mio figlio fa uso di cocaina. Ha 27 anni. Ho notato inizialmente un cambiamento di comportamento e poi episodi sempre più allarmanti Essendo lui appena partito per un lungo viaggio di lavoro con la sua compagna , ho perquisito la sua casa e l’ auto, ho fatto analizzare degli oggetti che lui usa abitualmente, rinvenendo tracce di cocaina. Inoltre il suo setto nasale è in condizioni pessime. Ovviamente a me e mio marito è crollato il mondo addosso perché è sempre stato un giovane sportivo ed esemplare, nel vero senso della parola, fino a circa un anno fa, ma da quando è andato a convivere non è più stato lo stesso. Adesso che torna da questo viaggio dobbiamo prepararci ad accoglierlo e fare del nostro meglio affinché possa uscire da questo inferno anche perché ha uno studio professionale che fino a poco tempo fa andava a gonfie vele e non vorremmo distruggere tutto quello che ha costruito aggredendolo nella sua integrità, “almeno” quella professionale, ma la nostra priorità è sicuramente lui e la sua vita, che temiamo sia in serio pericolo. Per quanto riguarda la ragazza non abbiamo ancora compreso la sua posizione, nel senso che non siamo riusciti a capire se sia troppo ingenua o se sia coinvolta lei stessa. Vorrei capire cosa dobbiamo fare quando tornerà e abbiamo davvero urgenza di comprendere l’atteggiamento più consono da tenere. Grazie infinte. Cordiali saluti. Valentina
RISPOSTA
Gentile Valentina, quanto sta accadendo alla sua famiglia è purtroppo qualcosa di sempre più frequente perché l’uso di cocaina, che il più delle volte è fortunatamente saltuario, viene considerato dai ragazzi come uno svago senza particolari conseguenze.
Il dato utile che mi riporta è che i cambiamenti nel comportamento di suo figlio sono abbastanza recenti e fino ad un anno fa, quando viveva ancora in famiglia non era emerso nulla di importante.
Questo è proprio il primo elemento da analizzare, infatti usare una sostanza psicotropa, che agisce cioè sulla psiche, come è il caso della cocaina, determina inevitabilmente delle modiche nel modo di agire di una persona.
Perciò, proprio come è avvenuto nel suo caso, le “perquisizioni” e le ricerche ostinate della droga hanno senso solo se avvengono in un secondo tempo, in quanto, se non sono correlate alla sensazione che qualcosa non vada bene, non hanno purtroppo alcuna valenza preventiva.
Non va però nemmeno sottovalutato il fatto che alcuni cambiamenti del comportamento di suo figlio possono almeno in parte essere anche legati all’aver iniziato a convivere con la fidanzata, segno di un’evoluzione del loro rapporto sentimentale.
Le tracce di cocaina sono comunque state trovate e la sostanza è dunque presente nella vita di questo giovane uomo, anche se non sappiamo con quali modalità.
A questo punto per lei e per suo marito non è pensabile rimanere nel dubbio e la cosa migliore da fare è affrontare la situazione in modo aperto con entrambi i ragazzi: al loro ritorno gli presenterete la realtà dei fatti e vedrete quale sarà la loro reazione.
So che le suggerisco un approccio non facile ma che va affrontato con impegno e rigore. Il tempo non brevissimo che manca al rientro in Italia di suo figlio per lei e per suo marito va visto come una risorsa da utilizzare al meglio; in queste situazioni richiedere un aiuto specialistico può rappresentare veramente la differenza, riducendo fortemente la componente di ansia che inevitabilmente si associa in questi frangenti. Se si sente impreparata ad affrontare suo figlio, si rivolga al Servizio per le Tossicodipendenze della sua città per chiedere un sostegno oppure ad un terapeuta privato esperto in terapia della famiglia. Quanto più la coppia genitoriale avrà chiaro come muoversi, tanto più, se necessario, potrà offrire un aiuto importante al ragazzo.