tic bambino 6 anni

    DOMANDA

    Gent.ma Dottoressa Schiralli,
    dopo una lezione di nuoto in piscina mio figlio di 6 anni ha riferito di un fatidio al collo. Non ci abbiamo dato troppo peso fino a quando il bambino ha cominciato ad estendere il collo all’indietro molto spesso e in qualsiasi momento della giornata. La visita ortopedica ha escluso problemi al collo ed il nostro pediatra ha parlato di un tic ed ha prescritto delle gocce di valeriana da dare 2 volte al giorno. Noi siamo molto preoccupati perchè abbiamo paura che questo movimento possa creare problemi al collo del bambino. A volte sembra che questo stimolo rallenta per poi ricominciare come prima. Abbiamo notato che quasi si ferma quando mette la mano in bocca e si tocca la lingua. Il bambino sembra comunque a tratti più nervoso ed eccitato del suo normale. Abbiamo pensato al nuoto, allo stress della scuola al nostro comportamento con lui ma sinceramente non sappiamo più cosa pensare. Le chiedo cortesemente di darci una risposta per quale sia il modo migliore di risolvere questo problema.
    La ringrazio in anticipo e La saluto cordialmente.
    Francesco

    RISPOSTA

    Gentile signora,

    da quanto lei descrive, si tratta senz’altro di un tic nervoso.
    A questa età è molto frequente sviluppare dei tic: essi consistono in una sorta di nevrosi minori, ossia di disturbi, conflitti, tentativi di arginare emozioni e sensazioni attraverso movimenti involontari di segmenti muscolari molto limitati, che scompaiono quando si dorme. In questo modo il soggetto riesce ad affrontare le proprie dinamiche interne senza che si abbiano grosse ricadute sulla vita di relazione. I tic sono quindi dispositivi psicologici evolutivi, tant’è che spesso i bambini continuano ad apparire sufficientemente tranquilli.
     Il nervosismo del vostro bambino potrebbe dipendere dalla vostra eccessiva preoccupazione: in questi casi infatti occorre mantenere una certa tranquillità, cercando di non focalizzare troppo l’attenzione sul sintomo. In genere i tic spariscono così come sono arrivati. Solamente qualora durassero per mesi, è opportuno richiedere una consultazione psicologica a livello familiare per capire dov’è la disfunzione e per affrontare l’eventuale conflitto interno (avere un conflitto non significa essere malati o soffrire) che il bambino sta tentando di controllare attraverso il sintomo.
    Eviterei il ricorso a qualsiasi medicamento, anche se di tipo naturale, non perché faccia male, ma per non abituare il bambino all’idea che ogni problema si possa risolvere con gocce o pasticche. 
    Meglio Invece intensificare in questo momento la complicità con vostro figlio, evitando di chiedere circa i problemi al collo o di  farglieli notare. Trascorrete del tempo insieme a lui, magari giocandoci un po’ o, comunque, condividendo momenti emotivi, senza eccessive richieste di prestazione né scolastiche né sportive: questo lo aiuterá a detendere le eventuali tensioni interne. Occorre per ora soltanto un po’ di pazienza.
    Se vuole, mi faccia sapere.
    Un cordiale saluto
    Rosanna Schiralli

    Rosanna Schiralli

    Rosanna Schiralli

    Psicologa e psicoterapeuta. Si occupa da anni del disagio degli adulti, dei bambini, degli adolescenti e delle famiglie. È direttore scientifico del Festival Nazionale dell’Educazione; autrice di diversi libri e manuali per genitori e docenti; realizza e coordina progetti europei sull’educazione emotiva; conduce ‘scuole per genitori’; è formatrice di insegnanti e coordina la piattaforma online […]
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