Ernia discale, lombosciatalgia sinistra

    DOMANDA

    Buongiorno, mi chiamo Stefano, ho 41 anni e svolgo attività di tassista. Soffro di ernia discale, diagnosticatami da una prima risonanza magnetica effettuata nel 2005, dal cui referto appare “in corrispondenza dello spazio L5-S1 si riconosce formazione erniaria estrusa tendenzialmente migrata cranialmente e lateralizzata a sinistra responsabile di compressione sul sacco durale e sulla radice L5 non solo in corrispondenza del recesso laterale ma anche a livello del forame di coniugazione che appare in gran parte occupato dal materiale erniato.”. Nel 2005 e 2006 ho sofferto di sporadici episodi di lievi mal di schiena ma solo nel gennaio 2007 ho avuto un episodio di dolore acuto con “blocco” a livello lombare, superato grazie a una cura di punture (Muscoril+Diclofenac). Ho effettuato quindi una seconda risonanza magnetica dalla quale, pur confermando la presenza dell’ernia, è stato rilevato un miglioramento (entrambe le risonanze sono state effettuate presso L’Istituto Clinico Humanitas). Non ho più avuto altri analoghi episodi sino al recente dicembre 2009, momento in cui ho accusato inizialmente dolore a livello lombare (su mia iniziativa curato con Aulin), successivamente dolore della gamba sinistra propagato sino al piede, dal mio medico curante diagnosticato come sciatalgia e curato su sua indicazione con punture di Dicloreum. Grazie a detta cura il dolore alla gamba si è attenuato ma il piede è rimasto “indolenzito” in certi momenti quasi insensibile e limitato nei movimenti. Mi sono quindi recato al pronto soccorso dove mi è stata consigliata la seguente terapia: Ketoprolac 30mg + Muscoril 4mg 1 FL per 7 gg; Metiprednisolone 8mg al giorno per 5 giorni poi 4mg per altri 5 gg. Ho effettuato la suddetta cura ma non ho avuto miglioramento dei sintomi suddetti accusati al piede. Tuttora convivo con “l’indolenzimento” del piede e tuttora i relativi movimenti sono limitati. Ho effettuato una terza risonanza magnetica di cui attendo il referto. Mi rivolgo alla Sua esperienza per chiederLe se ritenga che vi sia la possibilità di effettuare una cura che mi permetta eliminare i suddetti sintomi e continuare a convivere con “la mia ernia” o se invece non vi sia che la soluzione chirurgica. Nel primo caso Le sarei grato se mi indicasse dette eventuali terapie, nel secondo, da me sinceramente temuto, vorrei che mi spiegasse in cosa consiste l’intervento chirurgico nonchè “l’iter post operatorio”. La ringrazio in anticipo e Le porgo i miei più cordiali saluti e auguri per un buon 2010.

    RISPOSTA

    caro Signore,
    l’ernia discale è una patologia che non necessariamente richiede l’intervento chirurgico: lei ha sofferto di più di un episodio di sciatica (dolore alla gamba) e soprattutto di diversi e recenti episodi di mal di schiena che farebbero pensare (anche sulla base del fatto che lei afferma che le due RM eseguite hanno dimostrato una evoluzione positiva dell’ernia) ad un processo involutivo del disco e quindi anche dell’ernia.
    Nel caso di discopatie involutive nelle quali il disco appare assottigliato sarebbe necessario prima di intervenire chirurgicamente un protocollo di riabilitazione (fisioterapia) intensivo (almeno tre volte alla settimana).
    Se poi l’ernia viene confermata e il dolore si ripete sempre più frequentemente si può ipotizzare un intervento che, badi bene, pur essendo tecnicamente semplice, crea comunque una zona di “minore resistenza” nella sua colonna vertebrale e pertanto al di là del canonico mese di convalescenza (senza guida del Taxi) richiede la riabilitazione per un lungo periodo.
    Distinti saluti
    P.Gaetani

    Paolo Gaetani

    Paolo Gaetani

    SPECIALISTA IN PATOLOGIE DELLA COLONNA VERTEBRALE. Dirigente di primo livello della clinica neurochirurgica del Policlinico San Matteo di Pavia. Nato a Milano nel 1956, si è laureato in medicina presso l’Università degli Studi di Pavia nel 1981, specializzandosi poi in neurochirurgia e in neurofisiologia clinica. È autore, assieme a Lorenzo Panella e a Riccardo Rodriguez […]
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