CREATININA E RANGE DI LABORATORIO 3°

    DOMANDA

    Egregio dottor Limido, grazie per la risposta ,ma abbia ancora un attimo di pazienza, Le prometto che poi non Le scriverò più sull’argomento. Cercherò di presentare il problema in un altro modo. Se, ad esempio, una persona esegue l’esame della creatinina presso un laboratorio che utilizza intervalli di riferimento (dichiarati) sino a 1.50 ed ottiene un risultato di 1.35, questo valore non sarà “asteriscato” e quindi la persona (erroneamente) non si preoccuperebbe. Diversamente, se lo stesso risultato venisse presentato da un altro laboratorio che utilizza intervalli di riferimento (dichiarati ) inferiori, ad esempio 1.20, il risultato di 1.35 sarebbe qualificato “asteriscato”nel referto e, conseguentemente, la persona (correttamente) si preoccuperebbe. E’ questo , dunque, il problema che volevo far emergere, con le considerazioni e le conseguenze che ho cercato di esporre nelle mie note e, pertanto, sulla necessità di imporre intervalli di riferimento univoci per la rilevazione della creatinina. Se ciò non fosse possibile, al paziente non rimarrebbe che andare presso quei laboratori che utilizzano intervalli di riferimento più bassi, ovvero più prudenziali, perché gli consentirebbero, consapevolmente, di allertarsi per tempo! Ma forse i sfugge ancora qualche cosa. Rinnovo i miei ringraziamenti e cordiali saluti. Renato.

    RISPOSTA

    caro Renato, capisco il suo dubbio. Provo a fugarglielo: a quella persona che Lei cita nella sua mail facciamo un prelievo e lo mettiamo in due provette e lo portiamo in due laboratori. In tutti e due facciamo il dosaggio della creatinina: non otterremo quasi mai lo stesso valore, proprio perchè i laboratori sono diversi, hanno magari metodiche diverse, hanno range diversi. Se la persona ha una creatinina normale nel primo caso (valori fino a 1,5) troveremo 1,3; in un altro con valori fino a 1,3 troveremo 1,2.
    Detto questo, concordo comunque con Lei, e lo ribadivo nella prima mail, che lo sforzo della Società di Nefrologia è proprio quello di andare verso la massima standardizzazione e uniformità possibile.
    Un cordiale saluto e grazie per il Suo interesse: conforta un nefrologo che talvolta sente scarso l’interesse per la propria specialità !

    Aurelio Limido

    Aurelio Limido

    Direttore dell’unità operativa di nefrologia e dialisi dell’ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano. Nato nel 1949 a Gallarate (Varese), si è laureato in medicina nel 1974 e si è specializzato in nefrologia medica nel 1979 all’Università di Milano. Componente del Gruppo di approfondimento tecnico della direzione generale Sanità della Regione Lombardia. Coordinatore nazionale del “registro […]
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