DOMANDA
Sera, mio marito e padre di mio figlio, è diabetico mel.1, da 11 anni, oggi ne ha solo 27. Da un paio di mesi soffre di dolori lanciati alle gambe che non gli permettono più una vita normale e dignitosa, con conseguenze serie anche nel campo lavorativo. Non si può proprio fare nulla? Trapianto? Siamo disperati..! Grazie per l attenzione.
RISPOSTA
La neuropatia diabetica è una complicanze frequente nel diabete mellito che si può manifestare dopo molti anni di malattia soprattutto quando le glicemie non sono ben controllate. In alcuni casi si manifesta con intensi dolori, anche a riposo, che hanno un impatto negativo sulla qualità di vita del paziente. Per formulare questa diagnosi vanno escluse altre cause di neuropatia periferica o problemi di circolazione arteriosa agli arti inferiori.
Per il trattamento sono attualmente disponibili diversi farmaci. Il trattamento della neuropatia dolorosa è però problematico a causa dell’efficacia limitata dei farmaci disponibili e dei frequenti eventi avversi a loro collegati. E’ spesso infatti necessario provare più di un farmaco e a dosi diverse prima di trovare la terapia efficace. Un buon controllo delle glicemie è importante perchè previene la comparsa della neuropatia, contribuisce a migliorare il quadro clinico e riduce i sintomi una volta insorti.
Nei pazienti sottoposti a trapianto di pancreas o di isole pancreatiche si è osservato un miglioramento della neuropatia diabetica. Questi dati vanno confermati e comunque la decisione di effettuare un trapianto in un paziente con diabete mellito di tipo 1 resta difficile. Da una parte infatti il paziente dopo trapianto nella maggior parte dei casi non ha più bisogno di insulina per un certo numero di anni (in relazione alla durata della funzione del trapianto) e ottiene un miglioramento delle complicanze del diabete, dall’altro deve prendere farmaci immunosoppressori per evitare il rigetto. Questa terapia immunosoppressiva è spesso accompagnata da importanti effetti collaterali, tra i quali il rischio di infezioni e di tumori.
Quindi il consiglio rimane quello di affidarsi ad un buon centro diagnosi per fare una corretta diagnosi, identificare il corretto trattamento farmacologico e solo alla fine esplorare altre soluzioni più invasive quali i trapianti.