DOMANDA
Caro professore
Lei è molto umano. Non so se esercita anche la clinica oltre che essere un ricercatore.
Soffro della paura di essere psicotica o che mio mio figlio possa diventarlo.
È una cosa a intermittenza che mi paralizza a vita.
Quando sto cosi mi viene da piangere. Prego che questa cosa mi passi. La psicologa che mi mi segue ha detto che è solo ansia e che se fossi psicitica non saprei di esserlo mentre mio figlio che ha 14 anni vive una normale fase di crisi adolescenziale. Voglio tornare a guardare il mondo con occhi normali. Ma è vero che gli psicotici non hanno coscienza di malattia?
Grazie
RISPOSTA
Gentilissima, prima di tutto vorrei esprimerle la mia gratitudine e riconoscenza per il suo giudizio lusinghiero. Il mio lavoro è quello di professore associato all’Università di Firenze a tempo pieno e quindi incompatibile con attività professionali in ambito privato. Ciò precisato, vengo alla sua domanda: “è vero che gli psicotici non hanno coscienza di esserlo”? La mia risposta è questa. In pratica, tale concetto sembra vero in linea generale. Nella vita quotidiana, sostanzialmente si osserva questo: il soggetto psicotico non ha coscienza di essere malato. Proprio uno degli effetti della malattia psicotica consiste nell’essere incapaci di prendere coscienza della propria malattia mentale. Dunque condivido quanto le ha detto la psicologa che la segue. Un altro aspetto è tuttavia capire e soprattutto risolvere i suoi stati di ansia, anche estesi a chi le sta intorno e a cui tiene di più, come per esempio suo figlio di 14 anni. Per tornare a “guardare il mondo con occhi normali” mi sembra necessario nel suo caso un aiuto psicoterapeutico indispensabile. Non è sufficiente ‘volere’ tornare a guardare, ma è necessario ‘saperlo’ fare, comunque ‘impararlo a fare’. I miei più sinceri auguri per la sua vita e quella di suo figlio, Luigi Aprile