DOMANDA
Salve Dott. Umberto Volta,
sono molto, molto preoccupata per una possibile insorgenza di linfomi e adenopatie perché dopo 5 anni che mi hanno diagnosticato la celiachia (lesione tipo 3b o distruttiva) seppur con tutte le analisi ematiche nella norma: Hbm glicemia, colesterolo, transaminasi, ferro, ferritina, TSH, anti TPO negativi, Vit D.
Ho solo una lieve ipocalcemia e gli EMA negativi, ma gli Antitransglutaminasi positivi (18KUI/L). Eppure seguo la dieta in modo scrupoloso aquistando tutto in farmacia e secondo prontuario. Non vado nemmeno più al ristorante e mio marito mangia come me. Mi chiedo come mai?Cosa significa cio’?
Io sto bene, ma il mio intestino in che modo sta risentendo di questa positività?
Ho pensato che ci possa essere amido nell’olio, nel vino, nel miele che assumo tutti i giorni o spesso oppure nel dentifricio alimenti e cosmetici nei quali non ho mai controllato la presenza di glutine dato che no ci dovrebbe essere.
Cosa mi consiglia di fare riguardo alla dieta? E quali esami dovrei eseguire secondo il suo esperto parere?
Grazie di cuore
Manuela
RISPOSTA
Gentile Signora,
desidero innanzitutto tranquillizzarla perchè, alla luce della normalità di tutti i parametri bioumorali di assorbimento, la debole positività per gli anticorpi antitransglutaminasi non riveste alcun significato patologico. Tenga presente che una percentuale stimabile intorno al 10%-15% dei celiaci mantiene valori debolmente positivi di antitransglutaminasi nonostante una dieta aglutinata strettissima e che tale positività è paragonabile al persistente incremento dei linfociti intraepiteliali che permane fino al 70% (percentuale ben più elevata della sierologia) delle biopsie intetsinali di celiaci a dieta rigorosa. In genere, se la positivtà per gli antitransglutaminasi alla diagnosi è molto elevata (>100 AU), è più facile che permanga questa debole positività a dieta aglutinata. In quanto al rischio di linfoma e delle altre complicanze (celiachia refrattaria, digiunoileite ulcerativa, sprue collagenosica) desidero ricordarle che si tratta di una evenienza fortunatamente molto rara (<1%)e contraddistinta da sintomi di malassorbimento molto severi sul piano clinico. Per la ipocalcemia, unica alterazione bioumorale che lei riferisce, le consiglio piuttosto di eseguire la densitometria ossea a livello del rachide lombare e del femore , esame che tutti celiaci dovrebbero effettuare data l'elevata prevalenza di osteoporosi associata alla celiachia. Completerei le indagini sul metabolismo osseo con la determinazione del paratormone e con il dosaggio della vitamina D.
Cordiali saluti.
Prof. Umberto Volta
Presidente CSN-AIC