DOMANDA
Gentile Dott F Baranzini,
sono la compagna di un uomo di 44 anni affetto da quello che i suoi colleghi chiamano Disturbo di Personalità. Da anni combatte, e io con lui, con questa bruttissima malattia che lo porta ad attraversare periodi di elevata instabilità deleteri anche per il nostro rapporto.
Ho incontrato molti suoi colleghi qui a Milano, ma quello che ho potuto constatare è che moltissimi di loro più che fare prescrizioni non sembrano in grado di proporre o per lo meno non paiono essere interessati ad altro.
Mi chiedo, e le chiedo, se e come sia possibile per un non esperto del settore poter riconoscere un bravo psichiatra. Esistono dei criteri? Esiste una certificazione?
A Milano siete in tanti spero prima o poi di trovare quello giusto per il mio fidanzato!
La ringrazio di cuore e scusi lo sfogo.
Vicky77
RISPOSTA
Gentile Vicky,
la ringrazio per la domanda perchè mi da modo di affrontare anche se in poche righe necessariamente un tema scottante, per chi svolge la mia professione, che mi sta molto a cuore. Quello della qualità delle prestazioni professionali specialmente nel settore della libera professione, ma non solo. Credo inoltre che tale quesito possa porsi anche per chi svolge la professione dello psicologo e quindi interessi veramente molta gente che ogni giorno cerca conforto nelle cure di un cosiddetto esperto della salute mentale.
Intanto ci tengo a dire che per quello che so non esistono dei veri e propri criteri ufficiali nè un albo dei “più bravi, belli ecc…” o delle certificazioni ufficialo come da lei ipotizzato! Esistono però gli ordini professionali, dei medici per gli psichiatri e quello degli psicologi per l’appunto. Questi Ordini professionali regolamentano nel dettaglio le professioni secondo quello che si chiama il Codice Deontologico.
In primo luogo quindi direi che un buon psichiatra, a prescindere che sia di Milano o di qualsiasi altra città, debba conoscere e rispettare il codice deontologico dei medici.
Per quello che mi riguarda esistono poi dei criteri di principio generale che però potrebbero non incontrare l’accordo di tutti. So che qualcuno ha tentato una schematizzazione e a loro la rimando anche per una questione di brevità: http://www.aipsimed.org/essere-uno-psichiatra-eccellente-ecco-i-7-punti-principali/
Personalmente le indico sinteticamente le mie riflessioni al riguardo:
1) che sappia ascoltare il paziente realmente, cercando di cogliere la domanda di aiuto sottostante;
2) che abbia comunque e sempre la capacità di dare fiducia e speranza di guarigione al paziente perchè, tra l’altro, influenza l’esito della terapia quale che sia;
3) che sia preparato e aggiornato;
4) che disponga della flessibilità clinica e mentale (e delle competenze ovviamente) sufficienti per poter utilizzare la strategia terapeutica o gli strumenti terapeutici più opportuni per il suo paziente;
5) che non sia un fanatico né dell’approccio biologista nè di quello psicologista;
6) che sia sufficientemente empatico ma che sappia anche dare delle regole e soprattutto farle comprendere e farle rispettare, applicandole, nel rapporto con il paziente;
Da quanto riferisce è evidente che avete incontrato colleghi “stanchi” o demotivati o che non hanno per qualche ragione saputo cogliere fino in fondo le reali problematiche del suo compagno. Cercate altrove, provate ancora, chiedete in giro ma seguendo dei criteri di scelta validi e condivisibili come credo siano quelli di buon senso esposti sopra.
Uno psichiatra a Milano di qualità e sufficientemente bravo esiste e lo potete trovare anche voi!
Cari saluti
Federico Baranzini