DOMANDA
Mio padre, 78 anni, ha contratto il virus dell’epatite “C” circa 15 anni fa; lo ha tenuto sempre sotto controllo evitando la cattiva alimentazione e soprattutto di mangiare cibi fritti e soprattutto senza bere bevande alcoliche, e mai ha seguito cure farmacologiche. Ora, le sue condizioni sono peggiorate e dopo una visita specialistica ed una serie completa di analisi specifiche, lo specialista gli ha detto che pur essendoci dei farmaci specifici per tale malattia, è inutile somministrarli ora, perchè non avrebbero alcun effetto benefico su di lui vista l’età avanzata. Ebbene, vorrei sapere prima di tutto se quanto asserito dal suo collega risponde a verità, e poi, se così fosse, se i nuovi 2 farmaci che fra poco saranno messi in commercio (telaprevir e boceprevir), possano avere effetti benefici su mio padre, visto che ho sentito dire che agiscono direttamente sul virus inibendolo.
In attesa di una Sua celere risposta, La ringrazio anticipatamente.
Giupon
RISPOSTA
Get.mo,
non è consigliabile trattare un’epatite C in una persona anziana, come suo padre. Gli effetti collaterali dei farmaci da utilizzare (l’interferone e la ribavirina), infatti, sarebbero certamente superiori agli improbabili benefici della terapia.
L’epatite C viene in genere curata per evitare che la malattia possa degenerare nella cirrosi e nelle sue complicanze. Per questo, vengono in genere trattati pazienti ben più giovani di suo padre. E proprio nei pazienti giovani si hanno i migliori risultati.
Per quanto riguarda i nuovi farmaci, presto in commercio anche in Italia, lasci perdere. Hanno specifiche indicazioni e, senza entrare in dettaglio, aggiungono efficacia, ma anche effetti collaterali, alla terapia standard (l’interferone e la ribavirina). Per suo padre non c’è, quindi, indicazione ad una terapia antivirale.
Si affidi quindi, con fiducia, al medico di famiglia e allo specialista.
Cari saluti