DOMANDA
Egregio Prof. Sesenna, mi rivolgo a lei per un consulto sulle possibilità di risoluzione di alcuni problemi seguiti alla frattura scomposta del condilo madibolare dx. Sono passati 3 mesi dalla frattura, che mi è stata disgnosticata con 10 giorni di ritardo; proprio per il lasso di tempo intercorso dall’incidente alla corretta diagnosi, i medici che mi hanno preso in carico hanno deciso di non intervenire chirurgicamente ma agire con tecnica conservativa applicando per 40 giorni un blocco mandibolare. Allo stato attuale il vero disagio, non facile da sopportare, è un’occlusione completamente diversa da quella originale; il condilo si è orizzontalizzato e sul lato dx, dove l’articolazione è più corta, i denti si incontrano praticamente subito e mi costringono a sforzo per avvicinare le arcate anche a sinistra (e conseguentemente masticare). Inoltre ho perduto la facoltà di portare correttamente in avanti l’arcata inferiore e quando mastico sopraggiunge subito un affaticamento a tutta la muscolatura del viso. Le domande che vorrei porle sono le seguenti: posso non avere rimpainti sulla scelta dei medici relativamente al non-intervento chirurgico? in realtà mi hanno detto che si tratta di un’operazione non priva di varie tipologie di rischio. E’ utile una riabilitazione con sussidio della fisioterapia? Mi è stato detto da molte voci esperte che solo il tempo e l’abitudine saranno le medicine del mio disagio, davvero devo solo pazientare e rassegnarmi? Un grazie sincero
RISPOSTA
Gent .Signor Manoche
mi pare che lei abbia un esito di frattura di condilo non risolta in maniera ottimale( ed il blocco mandibolare per 40 giorni non mi è chiaro).
Penso sia indispensabile ed al più presto di una visita specialistica(il nostro ambulatorio è aperto tutti i pomeriggi dalle 13.30 alle 15.30) al fine di capire se è possibile migliorare la sua situazione.
Cordiali saluti
Prof Enrico Sesenna