DOMANDA
http://www.ok-salute.it/benessere-fitness/13_a_camminare-previene-24-malattiehref=”/
Buongiorno Dottor Gian Mario Migliaccio, lo studio Inglese che segnalo indica che l’attività fisica del costante camminare previene molte malattie, ma qual’è l’esatto meccanismo di azione terapeutica del camminare grazie al quale si prevengono e si curano le malattie?
I Ricercatori non lo indicano questo meccanismo, e allora Dottor Migliaccio la domanda che Le rivolgo apprezzando un’eventuale risposta è questa: gli Istituti Scientifici di Medicina sono consapevoli che la costantante Attività Cardiorespiratoria del camminare produce l’aumento dei livelli di pO2 arteriosa?
Dottor Migliaccio, i Medici ancora non hanno studiato l’importanza di aumentare la pO2 arteriosa la quale indica maggiori livelli di Ossigeno Libero e paramagnetico nel sangue.
Infatti, per merito dell’aumento dell’ossigeno paramagnetico si ottiene una maggiore attività bioelettrica di tutte le Cellule del Cervello e del Corpo, determinando un’eccellente protettività verso le malattie neurodegenerative, oncologiche, cardiovascolari, e altre malattie.
Dottor Gian Mario Migliaccio, apprezzerei davvero un suo stimato parere a questo proposito, nel frattempo Le invio i Migliori Saluti.
Pino
RISPOSTA
Gentile lettore, lo studio che lei cita del Dott.Alford è in effetti un articolo che presenta, in sintesi, i risultati di numerosi altri studi internazionali.
Quello che viene esposto è ben noto ed parte delle linee guida internazionali dell’American College of Sports Medicine ACSM, uno dei principali punti di riferimento per chi si occupa di medicina o, come nel mio caso, di scienza dello sport.
Quello che lei cita denota un forte interesse verso le malattie neurodegenerative e credo che la ricerca verso queste malattie, almeno per quanto riguarda il reale beneficio dell’attività fisica, sia ancora in uno stadio iniziale.
I benefici che vengono citati in questo articolo sono infatti quelli “minimi” ma, riferendosi ad altre ricerche presenti su PubMed e sulle linee guida internazionali, è possibile valorizzare questi effetti se l’attività fisica è “calibrata” sulla base di valori oggettivi (ad esempio dopo un test cardiopolmonare con l’analisi del Vo2max) e quindi sulla prescrizione di attività fisica >65% del Vo2max.
Questi effetti sono già ampiamente dimostrati dalla comunità scientifica internazionale, l’auspicio è che tutti i professionisti che operano in questo campo, dal medico al laureato in scienze motorie, possano lavorare seguendo queste indicazioni e quindi portare, anche a livello locale, il concetto dell'”evidence-based” ovvero basarsi solo su evidenze scientifiche.
Anche questo non è ancora attuato in Italia, se non in alcuni casi di eccellenza.
Grazie per la sua domanda.