dolore dopo intervento pelvico

    DOMANDA

    Spett. Prof all’inizio del 2008 dietro urodinamica mi diagnosticarono colpocistocele di II-III grado, colporettocele di I grado, non si rilevarono anomalie urodinamiche, ho fatto la prova su indicazione del ginecologo che, visto l’esame, consigliava un intervento chirurgico correttivo inserendo una rete anteriore e una rete posteriore, nel mese di ottobre 2008 subivo l’intervento dato che mi necessitava riferendomi che avrebbe corretto anche il prolasso uterino, ma,da subito iniziavo ad aver dolori al retto a tal punto che dovendo usare una ciambella per stare seduta con grandissime difficolta anche nell’andare in bagno, due mesi dopo avevo forti dolori nello stare seduta e facendo le successive visite periodiche come da invio dello stesso ginecologo mi comunicava che dovevo subire un’altro intervento per il prolasso uterino tramite taglio dell’addome per sollevare l’utero; l’unico tipo di intervento. Tramite una amica mi informava che in un altro ospedale facevano l’intervento tramite endoscopia così nel marzo 2009 venivo operata per il prolasso uterino ma a distanza di sei mesi ho ancora dolori quando percorro lunghi tratti sia a piedi che in macchina, se sollevo dei piccoli pesi, durante il rapporto sessuale in compenso posso stare seduta senza bisogno della ciambella.

    vi chiedo se è normale aver ancora dolore o se c’è qualcosa che non va. Il Prof che mi ha operata mi ha detto che va bene e l’intervento x il prolasso uterino e andato benissimo. Mi può aiutare a risolver il mio disagio? Vi ringrazio anticipatamente per la vostra disponibilità. in fede Carmela

    RISPOSTA

    Gentile Signora,

    Le moderne tecniche di correzione del prolasso genitale implicano l’uso di reti di materiale sintetico agganciate ai legamenti profondi del bacino osseo. In conseguenza di ciò i sintomi post-operatori che lei riferisce possono essere frequenti tra il 10% ed il 15% nelle pazienti affette da tale patologia. Le suggerirei in prima istanza di fare una risonanza magnetica della pelvi per valutare la presenza o meno di raccolte o fenomeni di retrazione cicatriziale delle reti a cui deve seguire una accurata visita pelvica per valutare i punti di insorgenza dello stimolo doloroso (oramai cronico).

    Cordiali saluti

    Prof. Mauro Cervigni

    Direttore U.O.C. Urologia Ginecologica

    Direttore Centro di Riferimento Cistite Interstiziale

    Osp. S. Carlo-IDI

    Docente Scuole di Specializzazione

    Università Cattolica “Sacro Cuore”, Roma