DOMANDA
Salve dottore sono una signora di 41 anni e devo sottopormi ad ecotransesofagea in ospedale e come esami da presentare ho dovuto fare i marcatori per l’epatite, tutto bene sono un soggetto sano ecc, ecc, pero’ poiche’ ho avuto il mio papa’ ammalato di hcv temo un contagio, mi spiego meglio ,ho chiesto a centri privati e nessuno mi ha chiesto questi esami preparatori , l’ospedale si, allora mi chiedo c’e’ rischio di contagio facendo questa ecog? La prego mi spiega cosa e come si effettua quest’ecogtr. Ma in particolare se c’e’ rischio contagio epatite, stamattina sono scappata via dall’osped perche’ mi e’ stato spiegato che la sonda non viene cambiato ma solo disinfettata tra un ecog ed un’altra, a questo punto facciamo l’ipotesi che ci sia stato un paziente affetto da epatite c o altra , quanto tempo occorre affinche’ la sonda sia ben sterilizzata e non piu’ infettiva? ( cioe’ voglio sapere quanto tempo vive il virus dell’epatite se viene a contatto con la sonda o altri attrezzi. )praticamente sono terrorizzata .
La prego mi aiuti a capire come e quanto si trasferisce il virus dell’epatite.,intanto la ringrazio .
RISPOSTA
Gent.ma,
riguardo alla sua domanda, le segnalo che l’analisi dei casi pubblicati, circa la possibile trasmissione dei virus dell’epatite in endoscopia, dimostra, in modo chiaro, che le mancanze nella cura degli endoscopi costituisce il rischio principale nelle trasmissioni di virus. Fino ad ora, non sono stati pubblicati casi di trasmissione di epatite virale dopo pulizia e disinfezione adeguata degli endoscopi flessibili.
In pratica, è fondamentale la pulizia meccanica dello strumento (lavare, spazzolare) e la disinfezione per 20 minuti in un bagno di glutaraldeide al 2%. Periodi più brevi dei 20 minuti e concentrazioni inferiori al 2% non sono efficaci.
La richiesta di sottoporsi all’esame dei markers dell’epatite, prima di un esame endoscopico, è il frutto di vecchie conoscenze, e non è certo riportata nelle moderne linee guida. Negli anni Novanta, ricordo, si faceva così anche per tutti gli operandi. Così si sterilizzavano “meglio” i ferri chirurgici di chi era stato operato, pur avendo l’epatite, per tutelare il paziente che … veniva dopo! E gli operatori stavano più attenti a non contagiarsi. Tempi passati e ormai superati. Il fatto è che la prevenzione della trasmissione dei virus dell’epatite deve basarsi sulla sterilità dei materiali e delle tecniche e deve valere per TUTTI i pazienti e per TUTTI gli agenti infettivi. Pulizia, igiene, sterilità devono essere di casa in tutti gli ospedali e in tutte le procedure, a prescindere dal fatto che un paziente sia infetto o meno.
Per stare tranquilla deve quindi chiedere se la procedura indicata di lavaggio (modalità) e sterilizzazione (tempi, concentrazioni) è rispettata nel suo Ospedale. Può chiedere anche il documento scritto della procedura, che sarà certamente allegato al Manuale della qualità della Unità operativa.
Spero di esserle stato d’aiuto.
Cari saluti