DOMANDA
Egregio dottor Limido, nel corso dei miei esami (sono affetto da Irc, diagnosticata ad inizio anno) ho notato che i laboratori e/ o ospedali utilizzano range massimi di creatinina ( e probabilmente anche di altri esami) tra loro significativamente diversi ( pur utilizzando, presumo, lo stesso metodo). Ho infatti registrato i seguenti range massimi di creatinina: 1.17-1.20-1.30-1.50. Tutto cio’ e’ assurdo! Il rischio, infatti, e’ che non sia il risultato (oggettivo) a determinare se una persona e’ ammalata o meno, bensi’ il range del laboratorio di turno o ospedale, cui ci si e’ rivolti per l’esame. Mi auguro che qualche associazione di nefrologia intervenga presso il Ministero della Sanita’ perche’ si impongano range univoci, ovviamente per eta’ e sesso. Forse si scoprirebbe che molte più’ persone potrebbero essere affette da Insufficienza renale! Cosa pensa di questa mia considerazione? Grazie e cordiali saluti. Renato
RISPOSTA
Gent.mo Sig. Renato, in effetti non è possibile imporre un range univoco per il dosaggio della creatininemia ma sicuramente è importante che ogni laboratorio deve effettuare test periodici di verifica.
La Società Italiana di Nefrologia e quella dei Biologi Clinici in passato si sono mosse proprio nel senso che Lei indica, invitando tutti i Laboaratori e le Nefrologie a verificare i test impiegati e la corretta calibratura dei valori.