DOMANDA
Buon giorno Dottoressa,
sono la mamma di un bambino di 6 anni e mezzo che frequenta la prima elementare.
E’ un bambino curioso, vivace e molto giocherellone. L’approccio con la scuola è stato lento e impegnativo sia per lui che per noi genitori. E’ molto seguito sia da noi che dai nonni ma quando si tratta di fare i compiti diventa pigro, svogliato e distratto. Dopo vari colloqui con le maestre ci è stato detto che il bambino è itelligente e curioso ma che rispetto alla classe ed al programma è rimasto indietro, infatti stanno facendo un programma più soft perchè fa i compiti solo se ha accanto una maestra altrimenti si distrae o si blocca e questo rallenta il lavoro di tutta la classe. Ai colloqui le maestre sono disorientate e ci hanno suggerito di consultare una psicologa della ASL. Io e mio marito, senza il bambino, siamo andati a parlare con una psicologa esponendogli la questione e ci ha rassicurato dicendo che ogni bambino ha i suoi tempi e che le maestre devono seguire anche i bambini più lenti o che maturano più in là. Al ritiro delle pagelle le maestre ci hanno ribadito che i miglioramenti erano stati minimi rispetto agli altri ed hanno ribadito la mancanza di autonomia del bambino nello svolgere i compiti (vuole sempre la maestra accanto se no si blocca). Può darci cortesemente un Suo parere in merito? Siamo molto preoccupati e sfiduciati. Grazie e saluti.
Una mamma
RISPOSTA
Gentile signora,
che lo sviluppo dei bambini sia diverso e i ritmi di apprendimento siano molto individuali è vero. Tuttavia, se suo figlio in tutti gli altri ambiti di vita si comporta ed evolve normalmente, con molte probabilità denuncia un problema di approccio all’impegno scolastico e soprattutto di autonomia.
Pur confermando che non si tratta di un problema grave, è necessario capire perché il bambino richiede sempre la presenza di una maestra accanto per svolgere le attività scolastiche. Quanta autonomia ha raggiunto a casa? Quanto, nel seguirlo, vi sostituite a lui?
Occorre, credo, iniziare a dare a suo figlio qualche responsabilità, del tipo: aiutare in qualche faccenda di casa, mettere a posto i giocattoli, ecc.
Per quanto riguarda i compiti a casa, non seguitelo assiduamente, ma fategli eseguire i compiti da solo, magari a tempo (utilizzate un timer che suona) e, se riesce a farli nel tempo previsto avrà un piccolo premio (anche giocare insieme a voi); qualora non ci riuscisse, ditegli soltanto: “peccato, domani penso ci riuscirai o comunque farai meglio”. E’ anche utile costruire insieme una sorta di tessera dove, giorno per giorno, potete segnare con un piccolo adesivo (una faccina o altro) un punteggio per avere eseguito a casa i compiti da solo. Quando arriverà ad un totale di punti (deciso da voi prima e corrispondenti almeno ad un paio di settimane), riceverà come premio qualcosa da fare insieme a tutta la famiglia, come ad esempio una gita, un film al cinema o altro ancora.
All’inizio non ce la farà, ma poi, vedendo sfumare i premi e osservando anche che non succedono drammi in famiglia circa la lentezza, si sforzerà, ci proverà, desidererà, alla fine ce la farà.
Gli faccia capire, con i fatti, che voi ci siete, ma che non avete alcuna intenzione di sostituirvi a lui (questo vale anche per i nonni) né di faticare per lui. In questo modo aumenteranno fiducia, autonomia e autostima.
Mi faccia sapere.
Un cordiale saluto
Rosanna Schiralli