DOMANDA
BUONASERA HO 50 ANNI E MIO MARITO 59, DA CIRCA 3 ANNI LUI E’ IMPOTENTE PERCHE’ HA IL DIABETE, PARKINSON EPILESSIA E IPERTENSIONE, CON LE PASTIGLIE CIALIS.LEVITRA E IL VIAGRA NON STA BENE PERCIO’ FA LE PUNTURE NEL PENE QUANDO VOGLIAMO AVER RAPPORTI,ATTUALMENTE DA CIRCA UN ANNO IO NON RIESCO PIU’ PERCHE’MI SEMBRA MECANIZZATO,ALL’ORA PRESCELTA E con la domanda ” cosa facciamo stasera” IN PIU X PEGGIORAMENTO DEL PARKINSON ,TREMOLIO DIFFICOLTA AD AVERE MOVIMENTI SI LASCIA ANDARE(non si lava;non taglia la barba non si cambia, ecc.non parla mia durante il giorno) IL RAPPORTO E’ BASATO SOLO AI 10 MINUTI DELL’ATTO SESSUALE,SENZA PRELIMINARI, poi LUI VUOLE SEMPRE VEDERE FILM PORNO PRIMA.E SI RIVOLGE A ME NON COME UNA VOLTA “facciamo L’amore” ma altri termini come una di strada .io attualmente non rieso piu’ ad avere rapporti e lui si arrabbia e cosi se non facciamo niente dormiamo e per qualche giorno non mi parla e poi lui si masturba.cosa posso fare visto che non vuole sentir parlare dello psicologo? POI IO ANDANDO IN PISCINA O AL SUPERMERCATO MI DICE CHE SICCOME E’ IMPOSSIBILE CHE IO NON ABBIA VOGLIA DI … SOSPETTA CHE ABBIA QUALCUN ALTRO. MA A ME NON INTERESSA NESSUNO .VORREI SOLO CHE ANCHE SE NON ABBIAMO RAPPORTI INTIMI TORNARE A BACIARCI E ABBRACCIARSI INVECE SE LO SFIORO X DAGLI IUN BACIO MI DICE DI FARGLI LA PUNTUR .HO PAURA CHE DOPO 32 ANNI DI MATRIMONIO STIA ANDANDO TUUTO ALL’ARIA GRAZIE
RISPOSTA
Gentile Lettrice, credo di comprendere il dramma che sta passano con suo marito affetto da questa pluripatologia (diabete, morbo di Parkinson e ipertensione arteriosa). Ciascuna di queste patologie e la terapia connessa potrebbe contribuire, in modo differente, a minare sia la self-esteem di suo marito sia ad ostacolare la qualità della performance sessuale. Mi rendo anche conto del suo vissuto di “oggetto” d’amore per un rapporto sessuale programmato e senza alcuna attenzione per i suoi giusti bisogni (sentirsi desiderata e ricevere adeguati preliminari). La terapia cavernosa iniettiva (le punture nel pene) sono un valido aiuto in questa circostanza ma dovrebbe essere parte di un crescendo di intimità sessuale di coppia per ridurre al minimo il temporaneo distacco tecnico dovuto all’iniezione nel pene. Credo che potrebbe essere utile per voi, più che una forzata consulenza psicologica al marito, una esclusione di eventuali problemi cognitivi concomitanti (anche se non ancora così clinicamente evidenti) tramite una valutazione medica specialistica ed eventuali accertamenti mirati. Ne parli col suo medico di famiglia che ritengo possa essere la persona più adatta per convincere suo marito a fare degli approfondimenti per monitorare il suo stato clinico. Cordialmente, Gabriele Optale Direttore Centro Regionale Veneto per i disturbi sessuali ASL 12 Mestre.