DOMANDA
Gent.ma Dott.sa,
alla fine del mese di Luglio mi sono recato dalla dermatologa per effettuare la mia prima mappatura dei nei. In quell’occasione, la dott.ssa alla quale mi sono rivolto mi ha consigliato l’asportazione di un nevo situato sul petto, e di tenere sotto controllo numerosi altri nevi, presenti specialmente nella parte alta del corpo. Ora, il mio quesito è: l’asportazione di un nevo può portare delle conseguenze? Mi spiego meglio, l’asportazione può attivare un meccanismo tumorale? Le pongo questa domanda perché ho chiesto un parere anche al mio medico di base e, forse perché ancorato ad alcuni principi obsoleti, mi ha consigliato di non intervenire sui nevi perché si potrebbe andare a diffondere un eventuale tumore. Sono indeciso sulla strada da percorrere. Mi aiuti.
La ringrazio.
Cordiali saluti.
RISPOSTA
buon giorno, l’asportazione chirurgica precoce dei nevi a rischio è la strategia operativa per la lotta al melanoma della cute. All’asportazione deve seguire un esame istologico che stabilisce le caratterisiche del nevo tolto. Le asportazioni con distruzione della lesione (laser chirurgico) e senza esame istologico vanno riservate SOLO alle lesioni la cui natura benigna è certa, altrimenti l’esame istologico è d’obbigo. Se il nevo risulta essere un melanoma si esegue un allargamento preventivo ed eventualmente il linfonodo sentinella. Tutto questo rientra nelle normali procedure operative. Se il melanoma è sottile (spessore massimo inferiore a 0,7 mm senza regressione) la guarigione è oltre il 95%. Se la lesione diagnosticata dalla sua dermatologa è a rischio la faccia togliere CORRETTAMENTE senza il minimo ripensamento. saluti a.a.