DOMANDA
Salve,
sono una donna, ho 54 anni , da alcuni mesi soffro di problemi allo stomaco (dolore, cattiva digestione, nausea e salivazione) che curavo con pantopan 20 la mattina, e gaviscon, maalox o riopan gel quando i sintomi peggioravano.
Non avendo miglioramenti, ho effettuato una ecografia all’addome e questo è il referto;
fegato regolare per forma dimensioni ed ecostruttura con alcune microcisti a sn senza lesioni espansive.
colecisti con pareti regolari e calcolo di 4 mmm mobile.
vbp non dilatate
vena porta regolare
pancreas ed acostruttura regolare senza dilatazione del dotto.
Ho fatto anche una gastroscopia e questo è il referto:
Esofago, presenza di ernia iatale da scivolamento
stomaco, discreto ristagno biliare con conseguente iperemia della mucosa gastrica
duodeno, nulla da segnalare
diagnosi
ernia iatale
gastrite antrale alcalina
hp negativo.
Il mio medico mi ha eliminato il pantopan e mi ha prescritto peridon 2 compresse 2 volte al gg., gaviscon dopo i pasti e deursil 1 compressa prima di andare al letto.
Mi ha però anche spaventato dicendomi che calcoli di questa misura possono dare rischi di pancreatite e l’uso dell’acido ursodesossicolico potrebbe essere addirittura controproducente, talvolta .
Sia il medico che mi ha fatto l”ecografia, sia il mio medico curante pensano che il calcolo non si scioglierà con la cura.
Insomma, non ci capisco più nulla. Mi può aiutare lei a fare chiarezza?
Il ristagno biliare nello stomaco è pericoloso? Può guarire?
La ringrazio
RISPOSTA
Cara Signora,
rispondo alle sue domande fondamentali: 1) è inverosimile attribuire i suoi sintomi alla calcolosi della colecisti. 2) in assenza di sintomi legati alla calcolosi, i rischi del trattamento chirurgico non sono giustificati, e quindi non si pone indicazione all’intervento. 3) la dissoluzione del calcolo con il trattamento consigliatole sarà possibile solo se il calcolo è costituito di colesterolo e se c’è una buona contrattilità della cistifellea. In ogni caso il trattamento va proseguito anche dopo la dissoluzione del calcolo, comportando così nell’insieme una certa gravosità del trattamento che non pare giustificata dalla sua assenza di sintomi specifici di calcolosi biliare.