DOMANDA
buona sera sono la prof.maria. Sono reduce da un incontro con gli esperti dello sportello “Io ti ascolto” della regione lombardia per la prevenzione dallo stress da lavoro correlato degli insegnanti.Io ho richiesto questo colloquio perchè ne ravviso prepontemente i sintomi: irritabilità, insonnia (assumo un sonnifero da 7 anni) nervosismo, litigiosità con i colleghi, forte componente onirico/idealista, ambizione.
Io sono docente di Scienze integrate: Fisica; Chimica; Biologia; Scienze della Terra. Ho 2 classi con il tablet. Coordino i laboratori. Mi occupo della progettazione relativa alla salute.Mi occupo della progettazione di un corso sperimentale sportivo. Coordino il dipartimneto di Scienze. Sono perfezionista.Ho abbandonato da 1 mese tutte le attività esterne alla scuola ( ero consigliere comunale: dimessa; collaboravo con il parco dell’Oglio: dimessa; praticamente non vado più nè al cinema nè a teatro)eppure la maggior parte dei non addetti al lavoro continua a non comprendere il mio disagio, in fondo hai 3 mesi di vacanza etc…L’esperta che ho incontrato mi ha suggerito di intraprendere anche la via dell’inidoneità ( spostata ad altra mansione tipo ufficio, biblioteca statale…) per 1 anno ed ho pensato:ma allora sono proprio grave?Lei cosa ne pensa? La prego non mi suggerisca i fiori di Bach. Grazie per l’ascolto, prof.Maria
RISPOSTA
Gentile Professoressa Maria,
leggendo le sue parole, mi sembra che lei stessa descriva molto bene il quadro globale della sua situazione, un quadro dal quale possono essere tratte delle conclusioni e delle indicazioni.
Credo che si possa distinguere innanzi tutto una “base sana” e produttiva del suo essere impegnata in mille cose: voler fare, e fare bene! Essere appassionata del suo lavoro e puntare ad ottenere risultati di eccellenza. Vi è, poi, un secondo livello della situazione che possiamo legare al suo “sono perfezionista”: la miscela dell’impegno al cento per cento e del perfezionismo inizia a dare qualche segnale di riflessione perché non è proprio una buona miscela per vivere la vita. Potrebbe però essere compensata da un modo di fare e di vivere tutto sommato calmo, vale a dire, energico e impegnato, ma anche non nervoso e agitato. Ma così non è, se consideriamo la sua stessa descrizione dei suoi “sintomi”.
Posizionato al terzo livello di osservazione vi è, infatti, il suo “stile di vita”, contraddistinto dal non fare più attività esterne del tipo cinema ed altro. Ciò significa che vi è una focalizzazione totale sul lavoro e sui suoi impegni.
E’ l’insieme di queste componenti che crea una miscela in parte un po’ esplosiva, nel senso che non l’aiuta a vivere bene la sua vita. Il consiglio di base è proprio nel ripensare il suo stile di vita e dare spazio a esperienze e modalità che, oggi, appaiono davvero coartate. Del resto lei è una esperta di “scienze esatte” e può senz’altro intuire che, spesso, si tratta solo di riequilibrare la miscela degli elementi, togliendo qualche apporto “velenoso” pur se attrattivo.
In altri termini ciò che lei vive mi sembra possa essere avvicinabile al “Workaholism”, la dipendenza da lavoro, sulla quale anche io ho pubblicato un libro pochi anni fa e sulla quale, soprattutto se legge l’inglese, può trovare una ampia letteratura.
Il consiglio, dunque, non è sui fiori di Bach. ma sul far fiorire la sua vita in senso pieno!
Cari saluti,
Andrea Castiello d’Antonio