DOMANDA
Buongiorno. Ho una relazione da 4 anni con un ragazzo più giovane di 10 anni più di me. Conviviamo da 7 mesi e ogni volta che discutiamo tira pugni e calci sui mobili e lancia qualsiasi oggetto senza preoccuparsi di farsi del male e che possa romperli.
Ogni tanto qualche schiaffo e spintone è riuscito a darmelo ma subito dopo si scusava dicendo che non l’avrebbe più rifatto. Lunedì scorso abbiamo ridiscusso per il cane e lui di punto in bianco mi ha messo le mani addosso. Non so quanti pugni, calci e spinte ho preso…ma quello che mi fa più male è che è riuscito a mettermi le mani al collo. Se non mi fossi liberata non so dove sarebbe arrivato. Sono andata via di casa e dopo una settimana sono ritornata a prendere la mia roba con i miei genitori. Si è scusato e piangeva, dice di non sapere cosa gli sia preso, e che mi vuole un bene dell’anima e non crede nemmeno lui di essere arrivato a tanto. Ovvio che io sono ancora scossa e non ce la fo a credergli. Anche se lo amo ho paura che lo possa rifare e non voglio vivere una vita nel terrore.
Secondo lei di cosa si tratta? Da questo tipo di disturbo si puó guarire? Ho pensato di riprendermi le forze e cercare qualcuno che possa aiutarlo…. Secondo lei faccio bene o devo allontanarmi da lui? Io gli voglio ancora bene.
RISPOSTA
Buongiorno,
quanto descrive a prescindere da quello che potrebbe essere il problema di questo ragazzo giustifica e indica assolutamente il suo allontanamento. Nutrire ancora dei sentimenti non significa doversi immolare e sacrificare. Questo allontanamento permetterà a lei di riflettere sulla natura del suo sentimento per lui e a lui di comprendere la serietà e la gravità dei gesti e comportamenti avuti. Certo potrebbe essere utile a questo ragazzo fare una consulenza per provare a definire meglio che tipo di problematica sottende il suo modo di agire così impulsivo, imprevisto e violento. Esistono diverse condizioni emotive e psichiche che possono renderne ragione ma ovviamente sarà l’eventuale curante a definirne meglio la natura.
Cordiali saluti
Federico Baranzini