DOMANDA
Buongiorno dottore,
nove anni fa ho sposato un uomo che mi aveva colpito per la sua naturalezza, simpatia e schiettezza. Non era bellissimo ma i valori che avevamo in comune, la Fede, (ci siamo conosciuti in un contesto religioso), mi hanno fatto innamorare di lui. Mai avrei immaginato cosa mi aspettava. Non sto a raccontare tutta la storia, è troppo lunga e troppo dolorosa, sintetizzo con tossicodipendenza, alcol e macchinette da gioco. In tutto questo la sua menzogna alla quale io credevo. Dopo l”ultimo ricovero al reparto dipendenze del San Raffaele di Milano sono “scappata” dalla casa dove viviamo, tra l”altro di mia proprietà, (ora sono ospite da una mia cugina) perchè mi stavo ammalando seriamente. Da questo ricovero è emersa questa diagnosi: Personalità a tratti narcisistico ed evitante. – Che cosa significa esattamente questa diagnosi?
La ringrazio.
RISPOSTA
Gentile Signora,
la personalità si forma durante la crescita dall’interazione del soggetto con le figure di accudimento prima, i genitori, e le relazioni con i pari in seguito, con l’avvio della scolarità. In alcuni casi e per motivi diversi si strutturano dei blocchi di quello che dovrebbe essere un armonioso processo di sviluppo e integrazione della personalità e degli irrigidimenti nel funzionamento emotivo e psicologico delle persone tali per cui, solitamente fin dall’adolescenza e dalla prima età adulta, possono manifestarsi dei sintomi (i comportamenti di abuso e dipendenza lo sono). Nel caso da lei citato gli aspetti narcisistici portano la persona a sfruttare le relazioni con gli altri a proprio vantaggio non considerando i “pari” (amici, colleghi, moglie ecc..) realmente come tali, ma solitamente di minor valore. Circa gli aspetti evitanti denotano la tendenza del soggetto a non affrontare le situazioni difficili e stressanti, sia sul piano emotivo che sul piano relazionale, delegando agli altri. Questo per risponderle molto brevemente e sicuramente non in modo esaustivo.
Cordiali saluti
Federico Baranzini