Disagio e depressione

    DOMANDA

    Gentile dottore,
    non so se la mia situazione attuale sia solo un male di vivere o qualcosa di più. Sono fidanzata da alcuni anni con un mio coetaneo, da un anno e mezzo ho una relazione con un uomo più maturo che mi vuole bene e questo non ha mai pregiudicato la mia attuale storia ufficiale, anzi mi ha fatto stare meglio e mi ha ridato autostima ed energia. Ho finito un percorso scolastico l’estate scorsa, ho cominciato a sentirmi stanca, triste ed annoiata e dopo aver scoperto un piccolo tradimento del mio fidanzato le cose sono un po’ peggiorate. Ho pensato che trasferirmi in città per essere più vicina all’università durante il biennio di specialistica mi avrebbe aiutata, ma dopo l’entusiasmo iniziale ho vissuto il trasloco in modo traumatico, piangevo tutti i giorni, avevo attacchi di panico, stavo bene solo nei week end quando tornavo a casa dai miei, il resto dei giorni era solo angoscia. Alla fine sono ritornata a far la pendolare, ma comunque in casa mia non sto bene, la mia famiglia è invadente e non condividiamo nessuna idea.
    Sento che il mondo corre troppo veloce e io non riesco a stargli dietro. Mi sento a disagio in ogni posto in cui sto, non mi fido di nessuno, solo dell’uomo con cui continuo questa relazione anche se non riusciamo più a vederci con frequenza. Non riesco a concentrarmi, i miei risultati scolastici non sono più brillanti perché sono sempre stanca, dormo tantissimo ma ultimamente alla sera non riesco a prendere sonno, non ho mai fame e mi ammalo più facilmente (prima non prendevo nemmeno il raffreddore stagionale), ho smesso di fare sport anche a causa di dolori muscolari, ho voglia di piangere, non vorrei mai uscire di casa e mi sento a disagio tra le persone, ogni piccola difficoltà mi sembra insormontabile, non riesco a parlarne perché ho paura che gli altri mi giudichino una rompiscatole. Ho cominciato a pensare al suicidio anche se non credo che lo metterei in atto perché ho paura di fare qualcosa dalla quale non si torna indietro. Ora non amo più nulla di ciò che faccio, mi chiedo se è ciò che voglio e se forse la strada che percorro da sempre non sia completamente sbagliata.
    La ringrazio per la risposta.

    RISPOSTA

    Buongiorno

    partiamo dalla fine: non so cosa indenta per “strada che percorro da sempre”, forse la doppia relazione? Forse la relazione che ha da anni con un coetaneo? Forse la scelta di non parlare per non essere rompiscatole?

    Verrebbe da chiedersi se la vita ufficiale sia stata realizzata a vantaggio di qualcun altro e per rassicurare tutti facendo vedere che tutto va come dovrebbe, per poi però alimentare una seconda vita -anche affettivo emotiva- dove trovare intime “compensazioni”  (essere capita? non giudicata? non intrusa?) per qualche cosa non avuto. Se lo chieda…

    Ah, forse dovrebbe anche ascoltarsi di più e “permettersi” di ricevere un aiuto esterno: non dal fidanzato, non dall’amante maturo, non dai suoi!

    Cordiali saluti

    Federico Baranzini

    Psichiatra a Milano

     

    Federico Baranzini

    Federico Baranzini

    Esperto in dipendenze patologiche, farmacoterapia e disturbi depressivi nella terza età e nei disturbi di personalità Classe 1973, milanese di adozione, si è laureato in Medicina nel 1999 e ha conseguito la Specializzazione in Psichiatria e Psicoterapia nel 2004 presso l’Università degli Studi dell’Insubria di Varese. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Psico-Farmacologia Clinica […]
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