Intervento per ernia inguinale sotto ipnosi

    DOMANDA

    Buongiorno Dott. Facco,
    da una ricerca che sto svolgendo ho appreso che, grazie al suo contributo, nell’ospedale San Martino di Oristano, l’8 luglio del 2014, è stato affrontato con successo un intervento per l’impianto di un defibrillatore, ricorrendo all’ipnosi in luogo delle tradizionali anestesie.
    Ho 45 anni e un’ernia inguinale di lieve entità, che non mi comporta nessun problema o sintomo, e che vorrei risolvere senza dover ricorrere ad un anestesia tradizionale.
    Aggiungo che ho già avuto esperienza di diverse sedute di ipnosi, nello specifico regressive, con risposte all’induzione che il professionista psicologo ha giudicato ottime.
    Mi chiedevo se può esserci possibilità, con i dovuti passi necessari e se necessario fuori dalla Sardegna, di poter pensare alla realizzazione di un simile intervento.

    In attesa di un cortese riscontro, ringrazio per l’attenzione e porgo i miei più cordiali saluti.

    RISPOSTA

    La sua richiesta  è più che corretta, tranne il dettaglio dell’intervento efficacemente eseguito in Sardegna da parte del collega ed amico dott. Danilo Sirigu.

    L’ernia inguinale normalmente viene operata in anestesia generale o in anestesia loclae associata a sedazione farmacologica. In alternativa, l’intervento può essere senz’altro eseguito in ipnosi: in tal caso l’associazione dell’anestesia locale rende più semplice e agevole per il paziente il lavoro ipnotico, non rendendo necessario raggiungere un’analgesia ipnotica di livello chirurgico (che non tutti sono in grado di fare).

    Il problemma va comunque visto sotto due aspetti, quello medico e quello logistico-organizzativo. Per quanto riguarda il primo, ho il dovere di tranquillizzarla sull’anestesia farmacologica, che oggi ha raggiunto una elevatissima sicurezza e che può consentirle (dopo averne chiarito le modalità con l’anestesista che la seguirà) di fare l’intervento in totale benessere e sicurezza. Il secondo è il fattore di cruciale importanza sul piano pratico, perchè l’ipnosi non è ancora di routine disponibile negli ospedali e se ne occupano solo singoli professionisti: quindi la sua fattiblità dipende dalla disponibilità dell’ipnosi nell’ospedale che ha scelto. In ogni caso, non è da drammatizzare la scelta dell’ipnosi rispetto all’anestesia farmacologica, perchè sono entrambe efficaci e sicure e non vi è alcun motivo di preoccupazione per le alternative disponibili nel centro cui ci si rivolge: condivida il problema con l’anestesista e si affidi con totale fiducia e serenità e così risolverà egregiamente il problema.

    Enrico Facco

    Enrico Facco

    SPECIALISTA IN ANESTESIA ODONTOIATRICA. Professore di anestesiologia generale e speciale odontostomatologica all’Università degli Studi di Padova. Nato ad Addis-Abeba nel 1951, si è laureato all’Università degli Studi di Padova, dove si è specializzato in anestesiologia e rianimazione e in neurologia. Professore di anestesiologia generale e speciale odontostomatologica all’Università degli Studi di Padova. Dirige il master […]
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