Valore I.N.R. aumentato in esami del sangue

    DOMANDA

    Gent.mo Dott. Onida
    la ringrazio infinitamente per la risposta alla mia domanda “esiti esami del sangue”. Per quanto riguarda il valore dell’INR di 1.9 di mia madre che non assume nessun tipo di farmaco quando sarebbe opportuno ripetere questo esame per ricontrollarlo visto che le analisi sono state fatte a febbraio? E quali approfondimenti si potrebbero fare? ci sono altri valori specifici da controllare? Nel caso il valore dell’INR dovesse riconfermarsi fuori dalla norma mia madre dovrebbe rivolersi presso un centro ematologico ed iniziare una terapia farmacologica?     Non so se è inerente però mia madre aveva effettuato un ecocardiocolordoppler col seguente referto:Ventricolo sinistro di normali dimensioni, spessori e cinesi. Conservata funzione globale di pompa. Ventricolo destro e cavità atriali di normali dimensioni. Normale radice aortica,con normale escursione sistolica delle semilunari. Lieve prolasso dei lembi valvolari mitralici determinante lieve IM. Normale calibro dell’aorta ascendente. SIA mobile ed assottigliato non escludibile shunt. Pericardio indenne.
    Setto interventricolare:spessore diastolico (<11mm)= 11
    Parete posteriore:spessore tele diastolico (<11mm)= 10.5
    Mitrale: alterato rilasciamento lieve insufficienza
    Aorta: nei limiti
    Tricuspide: lieve insufficienza
    Polmonare: nei limiti
    Abbiamo effettuato anche un doppler transcranico risultato negativo.
    Abbiamo effettuato questi esami perché un cardiologo le aveva prescritto la cardiospirina (che ha preso solo per un paio di settimane)ma visto questi esami altri cardiologi le hanno sconsigliato di prenderla,quindi mia madre non assume niente tranne il DI BASE per carenza di vitamina D.Avere l’INR aumentato significa essere soggetti ad emorragie?La ringrazio nuovamente per la risposta che vorrà darmi e per le indicazioni che mi permetteranno di orientarmi verso la strada più giusta da seguire.

    Saluti

    RISPOSTA

    L’INR è una misura del tempo di protrombina, che è un test eseguito per valutazione della coagulazione, in particolare della cosiddetta via estrinseca. Un suo allungamento (come nel caso di sua madre), peraltro molto modesto, può dipendere da molti fattori. Se la mamma non sta assumendo terapia anticoagulante la prima cosa da fare, come le ho già scritto, è quella di ricontrollarlo. Se si confermasse l’allungamento, potrebbe essere utile qualche approfondimento dapprima generale, gestito dal medico di base (ad esempio per verificare la funzionalità epatica), e poi eventualmente specialistico in ambiente ematologico.

    Cordiali saluti,

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Professore Associato in malattie del sangue nel Dipartimento di Oncologia e Emato- Oncologia dell’Università Statale di Milano, lavora presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, dove è responsabile del Centro Trapianti di Midollo Osseo. Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1995, si è poi specializzato in Ematologia nel 1999. Rientrato in Italia […]
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