DOMANDA
Gent.le Dott. Armanini,
ho 21 anni e assumo tirosint da 50mcg da quando ne avevo 12 a causa di ipotiroidismo associato alla presenza di un nodulo. Circa due anni fa uno specialista in endocrinologia mi ha consigliato di sospendere il medicinale. Non so se sia stata una coincidenza ma di lì a poco ho accusato malessere generale, perdita di capelli, acne, irsutismo e l’ecografia ha mostrato un leggero aumento delle dimensioni del nodulo. Trascorsi tre mesi ho ripreso la terapia, registrando un leggero miglioramento del quadro, soprattutto per quanto riguarda il nodulo.
Tuttavia dopo quel periodo non mi sono più ripresa del tutto e la visita ginecologica ha riscontrato l’ovaio micropolicistico e valori di testosterone leggermente alti..da un mese assumo belara, lasciando inalterate le dosi del tirosint ma non ho nessun tipo di miglioramento, anzi, l’acne sembra peggiorare e ho forti sbalzi d’umore.
Capisco che non ha la necessaria documentazione per valutare la mia situazione ma lei cosa mi consiglia?
La ringrazio in anticipo per la cortese attenzione
RISPOSTA
la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) si associa nel 30% dei casi a tiroidite di Hashimoto e spesso a ipotiroidismo. Non so il motivo della sospensione della terapia, ma di solito la terapia deve essere continuata a tempo indeterminato salvo che in rari casi e sicuramemnte il suo medico avrà spiegato la ragione della sospensione. La PCOS è genetica e quindi dura per tutta la vita manifestando vari sintomi/segni a seconda del periodo di vita e a seconda del quadro clinico che è molto polimorfo. La diagnosi viene fatta escludendo tutte le altre patiologie che si associano ad aumento degli androgeni o della loro azione. La diagnosi viene fatta in base alla la presenza di due di questi tre criteri 1)segni di iperandrogenismo come peluria acne caduta di capelli o/e aumento dehgli androgeni nel sangue, 2) mestruazioni ritardate o perodi di amenorrea 3) quadro ecografico tipico. La causa molto spesso è una genetica resistenza all’insulina ( che in tali casi aumenta per mantenere una quantità normale di glucosio nel sangue, ma che a livello ovarico causa il quadro tipico). La PCOS si associa nel 30% dei casi a tiroidite di Hashimoto mel 30% a iperaldosteronismo. I pareri sulla terapia sono discordanti. La maggior parte degli specialisti consiglia il contraccettivo magari scegliendo quelli con azione anche antiandrogenica, per mettere a riposo le ovaie. Vengono anche associati prodotti che tengano a bada l’insulina, come l’inositolo o la metformina). Tale terapia può dare in alcuni casi qualche disturbo sia di ritenzione di liquidi, sovrappeso o alterazioni dell’umore, ma anche questo è alla fine un problema genetico.
Alla sospensione della pillola è molto frequente l’amenorrea che necessità di una terapia adeguata. Nella mia esperienza trovo risultati molto buoni con altre terapie e in particolare con lo spironolattone che blocca l’azione degli ormoni maschili a livello periferico (cutaneo, sottocutaneo, ghiandole sebacee, sudoripare , pilifere, capelli etc). La terapia riesce anche spesso a tenere a bada l’azione dell’aldosterone che può dare processi infiammatori generali nella PCOS. La terapia però non può essere prescritta in donne che non si proteggano dalla gravidanza facendo usare il preservativo, dato che lo spironolattomìne può disturbare un feto maschio. Talora la terapia può dare ipotensione e aumento della diuresi, che si può ovviare con l’aggiunta di liquerizia. Un altro problema può essere la comparsa di perdite a metà ciclo (nel 15% dei casi) che debbono essere trattate in modo individuale.
Il mio cobsiglio è di farsi vedere in modo generale da un medico che valuti insieme l’aspetto endocrino, metabolico, ginecologico, dermatologico e internistico. In nbase alla storia alla visita completa e ai risultati degli esa, considerando i suoi desiderata e la conoscenza dei problemi connessi alla PCOS. Sarà fondamentale anche la dieta e lo stile di vita pe evitare i rischi della PCOS sopratutto dopo la menopausa.
decio.armanini@unipd.it