DOMANDA
Salve dottore,
da qualche anno ho scoperto che mio figlio di 7 anni, ha una cataratta congenita bilaterale sotto polare posteriore, e dopo aver fatto l’ultima visita,ci hanno indirizzato in un ospedale specializzato di Catania, per un intervento chirurgico. “Premetto che noi siamo di Caltanissetta (Sicilia)”.
Dopo aver contattato l’ospedale, che ci hanno fissato un pre ricovero, gli hanno fatto tutti gli esami previsti nell’iter e dopodiché il primario ci ha prospettato il quadro clinico, mettendo fin da subito in chiaro tutti i rischi dell’intervento chirurgico, per quanto riguarda la patologia in questione e soprattutto non è detto neanche che dopo l’ operazione, possano esserci dei miglioramenti.
Premetto che mio figlio ha 7 anni con sindrome di down, io ero partito dal fatto che l’intervento che avrebbe dovuto subire fosse un “semplice “intervento di cataratta, ma arrivato a questo punto, oggi mi sento molto confuso perché non so se vado a migliorare o peggiorare la situazione.
Ciò che volevo chiederle è, se di fatto la situazione è così delicata come prospettata e se infine esistono tecniche chirurgiche, che possano limitare al minimo i danni e portare a dei miglioramenti reali del campo visivo.
In attesa di una sua risposta, la ringrazio della sua cortese attenzione.
RISPOSTA
Non è possibile dare pareri per mail.
In generale è un grave errore considerare la chirurgia come “una semplice…”
Di semplice in chirurgia non esiste nuylla altrimenti non si spiegherebbero, nei consensi informati, i rischi anche gravi che ognoi intervento prevede.
Viceversa esiste un impegno serio, una professionalità provata che può consentire al paziente eccellenti risultati in breve tempo senza sofferenze.
Ma questo non è semplice per il medico