Infezione clamidia e malattia infiammatoria pelvica

    DOMANDA

    Buonasera dottore,
    sono una donna di 38 anni , le scrivo per un consulto , ad aprile sono stata ricoverata per una salpingite causata dal batterio ureaplasma, dopo aver fatto i tamponi in ospedale , sono uscita dopo una settimana ho continuato la terapia antibiotica a casa prescritta dal ginecologo con bassado x una settimana due volte al giorno, ho ripetuto il tampone dopo 6 giorni e sono risultata positiva alla clamidia mentre durante il ricovero era risultata assente , quindi ho ripetuto il bassado per 7 giorni sempre prescritto dal ginecologo, finita la terapia ho ricominciato ad avere dolori alla tuba e basso ventre, torno alla visita e il ginecologo mi prescrive il ciproxin 500 e vagilen 250 mg. il primo per 7 e l’altro per 8 giorni sempre due volte al di, faccio il tampone il 30 maggio, mi arriva la risposta il giorno 13 giugno di nuovo positiva alla clamidia, mi è stato di nuovo prescritto il bassado per 12 giorni ho finito il giorno 25 giugno, le scrivo perché non riesco a capire perché continuo a risultare positiva alla clamidia , premetto che sono single e sono passati diversi mesi da quando ho avuto il rapporto con la persona infetta.
    Il ginecologo mi ha detto di voler eseguire un tampone in pcr, ho anche sentito parlare di un test antibiogramma per la clamidia, in modo da avere l’antibiotico giusto da prendere per debellarla anche perché non posso operarmi per togliere la tuba proprio a causa dell’infezione.
    Secondo lei quale esame specifico dovrei fare per avere la cura giusta?
    La ringrazio

    RISPOSTA

    Da ciò che mi scrive, deduco che sicuramente la sua salpingite è stata causata da Clamydia e non certo da Ureaplasma. Non è chiaro, però, con quale test è stata testata la prima volta, perché se non è stato usato un test in PCR, potrebbe essersi verificata una falsa negatività. Il test in PCR, secondo le più recenti e accreditate linee guida, rappresenta infatti il test di riferimento per la ricerca della Chlamydia, e non ci sono test per valutare le resistenze del microrganismo. Quanto ai successivi test eseguiti, le positività rilevate potrebbero essere state, in questo caso, delle false positività dovute a residui di DNA, soprattutto se è stato usato un test in PCR. Da tutto questo, le potrà sembrare strano,  ma non è ancora chiaro a molti medici quali siano i test migliori da eseguire in alcuni contesti clinici, e quali siano i tempi entro i quali eseguire i controlli post-terapia: nel caso di Chlamydia, i test di controllo non devono mai essere ripetuti prima di 4 settimane dal termine della terapia, proprio per evitare false positività. Perciò lei potrebbe essersi nel frattempo negativizzata, ma ha eseguito il test post-terapia troppo presto. Infine, da un punto vista terapeutico, il Bassado, al dosaggio prescritto, è una delle possibili terapie previste, come da linee guida. Per cui, abbia fiducia, e vedrà che a 4 settimane da questo ultimo ciclo di terapia, il test in PCR sarà negativo.