Ansia e insicurezza

    DOMANDA

    Salve Dottoressa
    le scrivo per farla venire a conoscenza della mia situazione e per avere un consiglio. Ho frequentato il primo anno di università e ho fatto pochissimi esami (anche se gli altri li ho preparato ugualmente) e per questo motivo sono in crisi perché mi sento una fallita. Più volte mi è capitato di andare all’esame e di pensare che non avevo dato il massimo e che sarei tornata al prossimo appello e così appello dopo appello mi rendo conto sul serio di avere un problema. Ansia e insicurezza mi giocano brutti scherzi e non mi fanno rendere più come prima. Alle superiori andavo benissimo, all’inizio davo la colpa al viaggio che devo affrontare per arrivare all’università ma in realtà ho capito che c’è veramente un problema dentro di me. Prima era quell’ansia che mi spingeva a fare tanto e si presentava dieci minuti prima dell’interrogazione o del compito ora invece mi blocca proprio, diventa invalidante.
    Posso cambiare qualcosa, qualche rimedio?

    RISPOSTA

    Cara ragazza,

    comprendo la tua preoccupazione per questa ansia che tu stessa definisci invalidante e che ti paralizza proprio quando vorresti procedere spedita. Dici anche che prima ce l’avevi, ma durava dieci minuti mentre ora ti costringe a ritirarti per poi tornare all’appello successivo e così via di continuo.
    Non è facile a distanza capirne i motivi. A quest’età e con l’inizio degli studi universitari, di solito potrebbe nascondere la paura di crescere, diventare grandi e, di conseguenza, staccarsi dalla famiglia; potrebbe essere la paura e l’insicurezza nell’assumersi delle responsabilità maggiori; potrebbe trattarsi di un senso diffuso di inadeguatezza o altro ancora. Tutto ciò può far “tirare il freno a mano” della crescita, come a prendere tempo, rimandando il momento di scelte importanti o definitive (per esempio una volta laureata). Ci potrebbero inoltre essere altri motivi più imputabili al sistema familiare: preoccupazione nel lasciare soli i genitori, un genitore o altro.
    Come vedi le variabili possono essere tante. Se ne hai riconosciuta qualcuna che ti riguarda, cerca di rifletterci un po’ sopra, distinguendo quello che appartiene ad una tua parte bambina che magari ha timore di diventare grande dall’effettiva impreparazione agli esami (della quale dubito) e sforzati di sostenere lo stesso l’esame anche se quella parte di te vorrebbe farti scappare per poi ritornare.
    È come un piccolo e faticoso esercizio che può essere molto utile. È come se andassi a fare l’esame con una bimba piccola impaurita e che ti tira via, ma tu devi fare l’adulta che la rassicura con accoglienza ma fermezza. Provaci e vedrai che l’ansia diminuirà di volta in volta, proprio perché sei riuscita a distinguere queste parti contrastanti di te.
    Se poi invece questo non ti aiutasse e l’ansia continua come e più di prima, il mio consiglio è di consultare uno psicologo che ti aiuti a capirne meglio i motivi, a superarla, ma soprattutto, quando si presenta, a gestirla in maniera adeguata.

    In bocca al lupo.
    Se vuoi, fammi sapere.

    Un caro saluto
    Rosanna Schiralli

    Rosanna Schiralli

    Rosanna Schiralli

    Psicologa e psicoterapeuta. Si occupa da anni del disagio degli adulti, dei bambini, degli adolescenti e delle famiglie. È direttore scientifico del Festival Nazionale dell’Educazione; autrice di diversi libri e manuali per genitori e docenti; realizza e coordina progetti europei sull’educazione emotiva; conduce ‘scuole per genitori’; è formatrice di insegnanti e coordina la piattaforma online […]
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