DOMANDA
Buongiorno dottore,
sono in cura con sertralina da almeno 15 anni. La prendo dopo aver subìto un intervento per carcinoma della tiroide e successive radioterapie.
Si è arrivati allo Zoloft dopo aver provato diversi farmaci, tipo Seroxat, Axoren, Anafranil, ecc., vedendo che il farmaco era ben tollerato e dava i suoi effetti positivi sull’umore. Ho iniziato con 50 mg, adesso sono salito a 100 da almeno 5 anni, lo psichiatra di base voleva portarlo a 150 mg, ma non l’ho mai fatto. Adesso comincio ad avere diversi problemi legati a disfunzioni sessuali e penso alla prostata (bruciore, dolore ad un testicolo, difficoltà nella minzione).
Il problema principale è il rapporto di coppia, non riesco ad avere rapporti sessuali completi per mancanza di stimoli e nervosismo. Ultimamente, pensando di fare cosa buona, riduco da me il dosaggio, a volte ne prendo 100, a volte 50, altre volte salto il dosaggio completamente. Cosa mi consiglia di fare? L’unica cosa che le posso dire è che la mia depressione è stabile, ma ho ultimamente voglia di non più combattere, e reagisco malamente ad ogni discussione, sia in famiglia che fuori. La mia età attuale è 58 anni, mi sono operato nel 91, tre cicli di radioterapia in degenza protetta nel 92-93.
Grazie se volesse ascoltarmi
RISPOSTA
Buongiorno
dalla sua operazione è passato un po’ di tempo. 15 anni di farmacoterapia senza interruzioni o tentativi di sospensione del farmaco mi paiono francamente troppi.
Non ha mai fatto controlli dal suo curante? Ha provato a sospendere il farmaco? Una depressione che dura così tanti anni ha sicuramente radici nella struttura di personalità, una volta detta Depressione Nevrotica o Disturbo di personalità depressiva. In questo senso, sarebbe utile avviare una psicoterapia e provare a sospendere gradualmente il farmaco.
I sintomi che riferisce, dopo così tanti anni di cure, non credo probabile siano da riferire (proprio ora dopo 15 anni?) al farmaco. Inoltre le sconsiglio vivamente di fare da sè nella gestione della terapia farmacologica.
Cordiali saluti
Federico Baranzini