DOMANDA
Buongiorno Dott. Rizzato,
Mio malgrado, circa un anno e mezzo fa, sono caduto in uno stato di depressione molto forte.
Lavoravo come manager subendo come accade per questo tipo di incarichi, una costante pressione.
Ad un certo punto mi sono sentito in gabbia, piangevo e vomitavo tutti i giorni.
Al lavoro ero assente, incapace di prendere qualsiasi decisione, anche la più banale.
La sera tornavo a casa e per attutire la tensione bevevo alcolici e prendevo dosi massicce di benzodiazepine.
Mi sono rivolto ad uno psichiatra e dopo un periodo di ricovero inutile in day hospital mi è stato diagnosticato il disturbo borderline e adattamento.
Ho seguito un percorso di psicoterapia con aiuto farmacologico ma con esiti non incoraggianti.
Ho perso il lavoro per le troppe assenze per malattia.. da qualche mese non vado più dallo psichiatra che è lo stesso che mi faceva psicoterapia in quanto non trovavo nulla di costruttivo nei nostri incontri.
Una settimana fa ho fatto un colloquio come manager, è andato bene e mi hanno preso se non che, dopo la conferma è tornata l angoscia, la paura e le stesse sensazioni di quando ero nell altro posto di lavoro e ho rifiutato l incarico.
La situazione è molto frustrante e non so se mai ne uscirò. Ho molti casi di malattie mentali in famiglia, alcune finite tragicamente.
Ora visto che questo non è il primo episodio che vivo ma il più intenso e duraturo (forse per l età), nutro sempre meno fiducia nella psichiatria e nonostante ciò sono qui a scriverle.
Scusi lo sfogo e la ringrazio per ogni consiglio potrà darmi.
RISPOSTA
Gentile signore, cerco di capire la sua frustrazione, i suoi timori e la delusione per la psichiatria, per questo le dico di pensare più alle risorse che l’hanno sostenuto nei tempi migliori e le hanno consentito di raggiungere obiettivi importanti, che alle aspettative su interventi esterni; pensi allo psichiatra come a un suo strumento che lei può utilizzare come sostegno e guida agli sforzi che deve fare lei per ritrovare l’equilibrio migliore nella sua condizione. Con questi presupposti l’uso di farmaci adeguati e la psicoterapia possono essere molto utili se non indispensabili. Provi a consultare un altro psichiatra se con il precedente non si è sentito sufficientemente in sintonia.