Clostridium difficile

    DOMANDA

    Buongiorno,
    Sono la mamma di un bimbo di 8 mesi che ha il Clostridium difficile e relative tossine A e B positive nelle feci.
    Siamo stata ricoverati in ospedale 2 mesi fa con diagnosi di emofilia A grave. In concomitanza di questo ricovero, aveva una gastroenterite in corso. È stata eseguita una coprocoltura che ha dato come risultato adenovirus e Clostridium difficile positivi. Abbiamo fatto 15 giorni di Vancomicina senza ottenere risultati. Un mese dopo la coprocoltura risultava ancora positiva per il Clostridium e questa volta gli hanno dato per 3 giorni Vancomicina e metronidazolo insieme, poi è stata sospesa la Vanco e abbiamo continuato a casa il metronidazolo per altri 7 giorni. Il bimbo è stato bene 8 giorni dall’interruzione dell’antibiotico e ha ripreso subito a stare male.
    Ci è stato prescritto un altro ciclo di Vancomicina per 15 giorni, che noi abbiamo deciso (forse sbagliando) di non dargli visto che non aveva dato in passato gli effetti desiderati.
    Al momento il bimbo si scarica poche volte al giorno, al massimo 2. Le feci continuano ad essere di brutta consistenza: gialle, poltacee, mucose e maleodoranti. Abbiamo tolto il lattosio e il glutine dalla dieta. Iniziamo a preoccuparci perché il bimbo da pochi giorni inizia a rifiutare anche il latte senza lattosio, si rifiuta di bere altro e dorme tanto durante la giornata. Si sveglia con gli occhietti stanchi, segnati e si riaddormenta subito dopo.
    Non sappiamo più cosa fare..

    RISPOSTA

    Salve Signora

    purtroppo le infezioni da Clostridium difficile stanno aumentando e sono in genere conseguenti ad una terapia antibiotica o antiacida eseguita in ospedale, anche se possono essere acquisite facilmente anche in comunità.  Ultimamente la letteratura ha molto enfatizzato una procedura terapeutica chiamata trapianto di feci che è risultata efficace nel trattamento delle infezioni da Clostridium che non rispondono ad altra terapia.

    La mia impressione è che il caso di suo figlio sia molto più semplice.

    Esiste una discrete percentuale di portatori di Clostridium difficile tra gli adulti e soprattutto nei bambini nel primo anno di età, che rappresentano il serbatoio dell’infezione in comunità. In particolare I bambini sotto l’anno di età sono comunemente colonizzati da questo batterio senza subirne alcuna conseguenza. Le line guida suggeriscono addirittura di non eseguire il test a questa età, in quanto la positività non è indicativa di patogenicità.

    Un’altra importante osservazione è che praticamente tutti I ceppi di Clostridium difficile rispondono alla vancomicina. Petanto il suo bambino verosimilmente è colonizzato e si reinfetta nonostante la terapia sia efficace.

    E’ per me difficile fare delle raccomandazioni a distanza, ma l’impressione è che suo filgio sia un portatore di questo batterio senza subirne alcuna patogenicità. La gastroenterite era con assoluta probabilità dovuta all’adenovirus, non al Clostridium, e adesso I sintomi gastrointestinali sembrano spariti (solo un paio di scariche al giorno).  L’irregolarità delle scariche è commune dopo una gastroenterite virale. Non penso che una dieta priva di lattosio e glutine siano indicate.

    Se è così consiglio di ignorare la positività di questo test. Certamente è indispensabile che siano I curanti a valutare se il suo bambino ha una malattia da Clostridium Difficile o se sia semplicemente un portatore, come molti bambini a questa età, I quali sono colonizzati e risultano difficili da eradicare (ma senza sintomi la terapia non è indicata).

    Lorenzo Dantiga

    Lorenzo Dantiga

    EPATOLOGO E GASTROENTEROLOGO PEDIATRICO. Ha frequentato il King’s College Hospital di Londra tra il 1998 e il 2001. È stato Dirigente Medico nel Dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova dal 2002 al 2009, anno in cui si è trasferito a Bergamo con l’incarico di responsabile dell’Epatologia Pediatrica. Dal 2015 è Direttore della Pediatria 1. Specialista […]
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