Diagnosi di sospetto sarcoma

    DOMANDA

    Gent. dott. Gronchi,
    le scrivo per mia mamma che ha 80 anni. All’inizio di settembre dello scorso anno le sono state riscontrate due masse, una a livello dell’ovaio destro e una bilobata molto voluminosa (13x11x9 cm) al fegato. Il materiale prelevato con la biopsia epatica era insufficiente, per cui la mamma é stata dimessa con un esito di sospetto sarcoma e tanti punti di domanda. L’indicazione data é stata di attivare il servizio di cure palliative. Presso un altro istituto sono state eseguite altre due biopsie epatiche, sempre senza esito perché tutto il materiale prelevato era necrotico. Inizialmente secondo l’oncologa ne valeva la pena perché le condizioni della mamma erano nonostante tutto discrete, ma alla fine ci é stato detto di lasciare perdere, a meno che la mamma non fosse stata disposta ad insistere . A quel punto abbiamo chiesto un ulteriore parere in assenza di paziente e ci é stato detto che il tumore é molto esteso e si potrebbe pensare di non fare niente, ma che se fosse nostra intenzione arrivare ad una diagnosi si potrebbe partire da una biopsia dell’ovaio per valutare un’eventuale cura chemioterapica. Qui sono nate le divergenze tra sorelle: infatti mentre io sarei disposta a procedere, una sorella é molto incerta, più per il no che per il sì, e un’altra é proprio contraria.

    I dubbi riguardano il fatto di dover spostare una donna che comunque non sta bene e soprattutto la paura che la biopsia vada a smuovere il tumore peggiorando la situazione. Personalmente invece mi sembrerebbe più giusto cercare di ottenere una diagnosi anche se poi si dovesse decidere di non procedere con la cura perché le condizioni della mamma non lo permettono. Però un tentativo lo vorrei fare, anche perché, a dispetto della prognosi iniziale, mamma é ancora tra noi, mangia con appetito, anche se purtroppo pesa molto poco, si sforza di stare in piedi il più possibile e di darsi da fare in casa, ma nonostante l’infusione costante di morfina non riesce a reggere la posizione eretta se non per poco tempo perché, mi hanno spiegato, la massa tumorale va a comprimere la capsula del fegato causandole forti dolori. Secondo la sua esperienza, una biopsia all’ovaio quali conseguenze può avere? Tenendo conto che il tumore é progrediente (la TAC di novembre ha rilevato un aumento delle dimensioni della massa ovarica) pensa anche lei che forse é il caso di lasciare perdere? Grazie

    RISPOSTA

    Cara sig.ra,

    non è chiaramente questo l’ambito nel quale poterle dare un consiglio specifico per il caso sfortunato della mamma.

    Posso però rassicurarla in merito alla biopsia. Non si tratta di una procedura pericolosa in nessun caso. Se si vuole quindi arrivare ad una diagnosi, per attivare una cura, non vi sono alternative ad effettuare un nuovo accertamento. Diversamente se si ritiene di non fare comunque nulla, è anche inutile procedere con una biopsia.

    Cordialmente

    Alessandro Gronchi

    Alessandro Gronchi

    Alessandro Gronchi

    SARCOMI E TUMORI GASTROINTESTINALI. Capo del Servizio sarcoma all’Istituto nazionale dei tumori di Milano. Nato a Livorno, si è laureato in medicina all’Università di Milano nel 1992. È specializzato in chirurgia oncologica. È un esperto di sarcoma, su cui ha scritto oltre 110 articoli su riviste scientifiche nazionali e internazionali, e dei tumori stromali e […]
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