DOMANDA
Salve dottore,
io mi trovo in Germania e all’ultimo controllo mi è stata diagnosticata una paradontite allo stadio 3. Presenta una scopertura del dente superiore ai 3-4 millimetri e in alcuni denti superiori a 5 mm
Mi è stata consigliata la terapia laser il cui costo si aggira intorno ai 1000 euro visto che i denti interessati, allo stato attuale, sono circa 20-25.
Vorrei chiederle cortesemente se allo stato attuale è risolutiva oppure sono soldi spesi male.
la ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità.
Luigi
RISPOSTA
Carissimo Luigi,
riferendosi allo stadio 3 ritengo che si riferisca alla classificazione dell’accademia americana di parodontologia che indica uno stadio avanzato. Nella sua email mi parla di “scopertura”: suppongo si riferisca al quantitativo di recessione gengivale globale.
A riguardo delle informazioni che mi chiede ribadisco ciò che più volte ho dovuto specificare in questa rubrica: le terapie tradizionali ( strumentazione ultrasonica e strumentazione manuale con curettes) sono quelle che hanno la più grande evidenza scientifica. Le terapie più recenti hanno comprensibilmente letteratura inferiore di numero. Il confronto con le terapie tradizionali, come evidenziato anche sia dall’accademia americana di Parodontologia ((https://www.perio.org/consumer/laser-therapy.htm) che dalla società Italiana di Parodontologia e implantologia, è nella migliore delle ipotesi di equivalenza.
Si badi bene, sia la terapia laser che fotodinamica – come evidenziato chiaramente dalla letteratura scientifica – per determinare effetti tangibili devono essere eseguite come terapie aggiuntive ossia in aggiunta alla terapia tradizionale e non sostitutive (senza levigatura radicolare e scaling quindi).
Indipendentemente dal tipo di strumentazione tuttavia in terapia parodontale non è possibile stabilire se una terapia sia “risolutiva”a priori. Essendo infatti una malattia cronica che colpisce spesso buona parte delle dentizione è necessario quindi eseguire la terapia e successivamente rivalutare l’efficacia. Solitamente nella fase di terapia non chirurgica si ottiene una decisa riduzione delle aree di malattia ma spesso rimangono delle aree residue che possono essere trattate sia con una nuova sessione non chirurgica che con delle terapie chirurgiche.
Le auguro una buona giornata ed una pronta guarigione
Prof. Filippo Graziani
Università di Pisa
Percorso di Parodontologia, Alitosi e Medicina Parodontale
Azienda-Ospedaliero Universitaria Pisana
Membro del comitato esecutivo della Federazione Europea di Parodontologia
www.efp.org