Allergia agli acari o neuropatia cutanea ?

    DOMANDA

    Buongiorno gentile dottore,
    ho 58 anni e da tempo sto indagando sull’alterazione della mia sensibilita’ cutanea che si e’ manifestata la prima volta nel 2001 (per 4 mesi), poi nel 2009 (per 9 mesi) e negli anni 2010-2012 (per 2 mesi), infine e’ ricomparsa a luglio 2016 ed e’ tuttora in corso.
    Sulla cute non sono visibili arrossamenti, ponfi o altro, ma ho una sensazione di prurito o bruciore quando c’e’ uno sfregamento della pelle anche per il semplice contatto con gli indumenti. Le zone coinvolte sono soprattutto alcune aree del tronco (torace, spalle e addome), a volte il collo e in misura minore le braccia e la parte superiore delle cosce. In assenza di sfregamento non ho alcun prurito ma “graffiando” la pelle si rileva a volte un lieve dermografismo. Aggiungo che nel corso della giornata i sintomi spesso aumentano, mentre si attenuano dopo una notte di riposo.
    Da una diagnosi iniziale di orticaria idiopatica si era passati ad ipotizzare una disestesia neuro-peptidergica o un’allodinia meccanica (associate ad una eventuale neuropatia cutanea).
    In oltre 15 anni ho fatto diversi esami e visite (con ematologo, dermatologo, allergologo, neurologo, reumatologo, pneumologo). Hanno dato esito negativo RM encefalo, elettroneurografia, RX Torace.
    Nel 2009 le diete di esclusione non evidenziarono nulla, come pure il prick test e il patch test (risultato negativo su 30 apteni della serie GIRDCA).
    A seguito dell’ultima ricomparsa dei sintomi ho eseguito una biopsia cutanea (diagnosi: note di flogosi produttiva aspecifica) e altre analisi del sangue, con questi valori fuori dalla norma:
    – Rapporto CD4/CD8: 4.92 (valori di riferimento: 0,5-2,60)
    – Proteina Cationica Eosinofili (ECP): 58 ug/l (valori di riferimento da 0 a 20)
    Nella norma tutti gli altri valori, inclusi Eosinofili, IgE Totali, IgA, IgG, IgM, Immunocomplessi circolanti, vari RAST (tra cui quelli sugli acari), ecc.
    Dall’ISAC test, per 5 elementi (arachide, pesca, assenzio selvatico, olivo, platano) c’e’ un valore “basso” (0,3-0,5 ISU-E), ma al limite del “negativo” (< 0,3 ISU-E).
    Due settimane fa ho eseguito un nuovo prick test (che non ha evidenziato alcuna positivita’) e un patch test basato sulla serie SIDAPA (26 apteni) con l’aggiunta dell’aptene degli acari della polvere. E proprio sull’aptene “Dermatophagoides mix” c’e’ stato un riscontro “++” con esito “positivo per ipersensibilita’ ritardata (tipo IV)”.
    Mi e’ stato percio’ detto che potevo ignorare gli altri dati (rapporto CD4//CD8, ecc.) e, avendo individuato la causa dei miei problemi cutanei (allergia agli acari), mi e’ stata consigliata una profilassi ambientale ambientale e una terapia a base di Aerius per 40 giorni. In realta’, in questi anni, sulla base di varie prescrizioni, ho assunto diversi farmaci (oltre a Aerius: Kestine, Zaditen, Zantac, Bentelan, Zirtec, Pafinur, Singulair, Cinazyn, Xyzal, Telfast, Fluxarten) ma la loro efficacia e’ stata nulla o limitata e quando i sintomi sono durati 2 mesi sono scomparsi senza assumere alcun farmaco.
    Segnalo che non ho mai avuto problemi respiratori o riniti e che vivo nella stessa casa da molti anni, quindi non capisco come in un ambiente eventualmente “infestato” dagli acari i miei sintomi possano essere cosi’ intermittenti (presenti per alcuni mesi e assenti per molti anni).
    In conclusione, vorrei cortesemente una conferma che una allergia agli acari, rilevata solo dal patch test ma non evidenziata con il prick test ne’ con le analisi RAST, possa realmente alterare la mia sensibilita’ cutanea nel modo che ho descritto, senza lesioni visibili sulla pelle, con prurito o bruciore presente solo a seguito di sfregamento e con periodi di remissione molto lunghi.
    Grazie

    RISPOSTA

    Gentile Lettore,

    il valore di una diagnosi di “allergia” agli acari basata sulla positività di un patch test è quanto meno controversa. Questa positività è rilevabile in soggetti non affetti da malattie allergiche e sembra assimilabile ad una risposta normale del sistema immunitario. Ovviamente le sue considerazioni sull’assenza dei sintomi nonostante la continua esposizione danno più valore alle mie considerazioni.
    Da suo racconto sembrerebbe una orticaria spontanea di livello minimo, ma questa diagnosi è in conflitto con la inefficacia degli antistaminici, almeno ai dosaggi che le sono stati consigliati.
    Eviterei di continuare a fare test per allergia a meno che non ci sia il forte sospetto per qualcosa e proverei, in presenza di sintomi persistenti e, benchè soggettivi, chiaramente individuabili, ad effettuare una terapia antistaminica con dosaggi elevati del farmaco. Da  prediligere la Cetirizina per il più marcato effetto terapeutico sulla cute.
    Se questa terapia fallisse ci sarebbe bisogna di una valutazione internistica ampia.
    Cordiali saluti

    Adriano Mari

    Adriano Mari

    Adriano Mari

    SPECIALISTA IN DIAGNOSI E TERAPIA PERSONALIZZATA DELLE ALLERGIE. Co-fondatore e coordinatore dei Centri Associati di Allergologia Molecolare (CAAM) con sedi operative a Roma e nel Lazio. Nato a Terracina (Latina), si è laureato all’Università La Sapienza di Roma, dove si è specializzato in allergologia e immunologia clinica. È stato per 15 anni medico specialista nelle […]
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