facciale, paresi


    Aggiornato il 14 Dicembre 2015

    paralisi dei muscoli facciali provocata da una lesione del VII nervo cranico o delle vie piramidali connesse. La lesione può essere centrale (delle vie piramidali connesse col nucleo del nervo) o periferica (del nucleo, della radice o del nervo); nel primo caso risultano paretici i muscoli facciali inferiori, controlaterali rispetto alla lesione cerebrale e spesso coesiste emiplegia omonima; nella paralisi periferica, invece, manca la motilità volontaria di tutti i muscoli mimici dallo stesso lato della lesione. Si possono poi avere, a seconda del livello della lesione, disturbi del gusto, dell’udito, delle secrezioni lacrimale e salivare. Nella paralisi periferica si ha quindi spianamento delle rughe di una metà del viso; la rima boccale è spostata in basso verso il lato leso; da questo lato il sopracciglio è abbassato e la rima palpebrale è più ampia, manca l’ammiccamento e si ha caduta di lacrime lungo la guancia. Il soggetto non riesce a succhiare, fischiare, soffiare; mastica e deglutisce con difficoltà, non può chiudere l’occhio (lagoftalmo) né corrugare la fronte (movimenti, questi ultimi, possibili se la lesione è centrale). La più frequente paresi facciale periferica è la paralisi a frigore, o paralisi di Bell. Altre cause note sono le meningiti, le malattie virali acute, le fratture della base del cranio, l’otite, i tumori dell’angolo ponto-cerebellare, lesioni vascolari o tumorali del nucleo pontino del nervo, interventi chirurgici sulla parotide. Caratteristica è la paresi facciale dovuta a herpes zoster del ganglio genicolato, con intensi dolori e vescicole erpetiche nella zona auricolare, e con ageusia. Quando una paresi facciale non si risolve, compaiono – a distanza di 3-4 mesi – le contratture: il volto è ancora asimmetrico, le alterazioni muscolari sono invertite.