Sindrome di Turner

    DOMANDA

    Gentile dott.ssa,
    sono affetta da sindrome di Turner mosaico, diagnosticata all’età di 7 anni circa. So di che tipo di anomalia genetica si tratti e so che la causa principale di tale anomalia è da ricercarsi in una non corretta o mancata disgiunzione al momento della meiosi. Nonostante questo però non mi sono chiari i motivi di tale errore genetico. Ho chiesto delucidazioni in merito a una genetista e al mio medico di base. Mi hanno entrambi detto che non c’è ereditarietà, che al momento non ci sono fattori di rischio noti né farmaci o patologie che i genitori possano aver contratto al concepimento in grado di favorire questo tipo di errore genetico. Quando ho chiesto allora perché i miei cromosomi sessuali non si siano correttamente divisi non mi hanno saputo dare una risposta se non vaga. Hanno detto che i meccanismi alla base di questo errore ancora non sono noti, ma che è stato un fatto del tutto casuale. Ma è proprio vero che non c’è una causa? Mi sembra scientificamente impossibile, data anche l’elevata incidenza di questa patologia, che sia un caso.
    E poi, ma è proprio vero che l’errore è sopravvenuto dopo la fecondazione, e che l’ovocita e gli spermatozoi da cui sono stata generata erano sani? Non è possibile che questo errore fosse già presente prima e quindi la responsabilità sia di uno dei miei genitori? Non è possibile che mia madre in gravidanza si sia inconsapevolmente sottoposta a cure farmacologiche o esami diagnostici che hanno determinato il fatto che io sia nata sbagliata?
    Quali possibilità ci sono, anche attraverso cure sperimentali (esempio cellule staminali) che io possa diventare normale, avere il corredo cromosomico di una donna e potere quindi avere un figlio?

    La ringrazio per la disponibilità e per il tempo che vorrà gentilmente dedicarmi.

    RISPOSTA

    Gentile Signora,

    Le confermo che la Sindrome di Turner è una malattia genetica non ereditaria (le donne con sindrome di Turner sono quasi sempre sterili) e non esistono evidenze che dimostrino una correlazione fra essa e il concepimento in età avanzata.

    I ricercatori non sono ancora riusciti a stabilire  quale gene sul cromosoma X sia responsabile dei sintomi associati alla sindrome, ma hanno riconosciuto un’importanza preponderante del gene SHOX nello sviluppo delle ossa e della crescita. La sua mancanza è causa delle più comuni anomalie fisiche nelle donne con la sindrome: difetti della crescita carenze ossee, conseguenza di una dose insufficiente dei geni normalmente espressi da entrambi i cromosomi X (aploinsufficienza).

    • Circa nel 45% dei casi il cromosoma x è assente in tutte le cellule (monosomia).
    • Circa nel 35% dei casi il cromosoma x è assente ma solo in alcune cellule (Mosaicismo) come il suo caso.
    • Circa nel 20% dei casi il cromosoma è presente ma è anomalo, mancante cioè di alcuni tratti.

    Le ultime due forme solitamente presentano un quadro clinico meno problematico rispetto alla prima e potrebbero non manifestare alcun sintomo evidente

    Nella maggior parte dei casi il cromosoma X residuo è quello di origine materna: questo significa che in genere la sindrome di Turner è il risultato dell’incontro di un ovocita normale (dalla madre) con uno spermatozoo privo di cromosoma sessuale (dal padre), come conseguenza di una precedente non disgiunzione dei cromosomi sessuali nel corso della meiosi, nel maschio. In questo caso si ha come risultato una Sindrome di Turner di tipo monosomico (1).

    Nel caso di mosaicismo (2) invece il problema insorge dopo la fecondazione per una non disgiunzione a livello di mitosi cellulare. Alcune cellule perdono uno dei cromosomi X.

    Le cause di disgiunzione non sono note e possono verificarsi anche in relazione ad altri tipi di cromosomi anche non sessuali. Al momento non c’è nessuna prova scientifica che dimostri che farmaci o terapie possano causare la non disgiunzione.

    Il terzo caso fa parte di una categoria di difetti cromosomici derivanti da eventi di traslocazione di parte di cromosoma, ma non è questo il caso che Le interessa.

    Non esistono terapie che possano far tornare il suo corredo cromosomico normale, Lei ha inoltre un mosaicismo il che significa, come spiegato prima, che alcune sue cellule sono normali ed altre no e sarebbe materialmente impossibile correggere tutte le cellule che hanno una sola X.

    La pubertà si manifesta in circa il 7% delle donne con sindrome di Turner. Di queste,  il 4% è fertile e riesce ad avere una gravidanza spontanea. Se lei ha avuto uno sviluppo normale e con mestruazioni regolari avrà la possibilità di avere dei figli.

    A tutte le altre ragazze che la sindrome ha reso sterili, le conoscenze moderne danno parimenti la possibilità di mettere al mondo dei figli. La tecnica adoperata è quella della fecondazione in vitro con trasferimento di embrione (FIVET), con induzione o stimolazione di ovociti o, qualora non fosse possibile, mediante la donazione di ovuli finalizzata alla creazione di un embrione in vitro. Resta tuttavia importante sottolineare come portare avanti una gravidanza con questi presupposti presenti alcuni rischi per la madre. Da uno studio inglese condotto su 106 donne con sindrome di Turner  che hanno ricevuto fecondazione assistita emerge che un terzo di esse ha manifestato problemi ipertensivi. Non ci sono stati decessi, ma per il 4%  i rischi sono stati elevati. Per tutti questi motivi si raccomanda alle donne che volessero intraprendere una gravidanza di valutare attentamente le condizioni del proprio apparato cardiovascolare insieme ad un cardiologo e tenere sotto controllo i livelli della propria pressione arteriosa.

    Spero possa aver esaurito le Sue richieste e sono comunque disponibile per ulteriori dubbi.

    Cordiali saluti

     

    Maria Cristina Patrosso

    Maria Cristina Patrosso

    ESPERTA IN ALBINISMO. Dirigente biologo della struttura semplice di genetica medica dell’azienda ospedaliera Niguarda Ca’ Granda di Milano. Nata nel 1949, si è laureata in scienze biologiche nel 1987 e si è specializzata in genetica medica nel 1999. Esperta di genetica medica per le principali patologie oftalmologiche infantili, è responsabile del progetto della regione Lombardia […]
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