DOMANDA
Gentilisso Dott. Pagani,
sono un ragazzo di 37 anni e soffro da circa 12 anni di esofagite da reflusso gastro-esofageo, diagnosticatami per la prima volta nel 2005 dopo aver fatto un’accurata gastroscopia, che negli anni a seguire ho ripetuto più volte.
Mi è stata indicata una cura a base di Esomeprazolo, inizialmente per i primi mesi ad un dosaggio di 40 mg per poi scendere a 20 mg a lungo termine. A quanto pare questa cura la dovrei intraprendere a vita, visto che quando ne interrompo la cura dopo 3-4 giorni al massimo mi risale in gola (soprattutto di notte) quanto ingerito.
L’anno scorso per ascoltare l’errato consiglio di un medico di famiglia che mi ribadiva di interrompere il farmaco (viste le diverse e pericolose controindicazioni che questo può scaturire) sostituendolo con Riopan gel ho un po’ peggiorato la situazione essendomi comparsa in seguito una piccola ernia iatale.
Ci tengo a precisare che con il farmaco svolgo una vita regolare e non soffro di alcun problema ma la mia più grande paura è dettata proprio dalle temute e famigerate controindicazioni che tale farmaco, soprattutto se preso a lungo termine come nel mio caso, potrebbe causare (ho sentito parlare di possibili tumori, problemi cardiaci oltre che scarso assorbimento di calcio o infezioni intestinali).
Proprio per tutto questo vorrei pensare seriamente ad un’ipotesi di intervento chirurgico, nel momento in cui mi venga riconosciuta la giusta efficacia, e mi interesserebbe conoscere a tal riguardo nozioni, procedure e possibilità di riuscita di tali interventi.
Potrebbe essere indicato tale intervento nei casi come il mio nel quale l’obiettivo a lungo termine è rappresentato dalla cessazione dell’assunzione di farmaci a vita?
A che punto è oggi la chirurgia a riguardo con relativi rischi e pericoli?
Ringraziandola infinitamente per la pazienza e gentilezza resto in attesa di un suo gentile riscontro porgendole i miei più cordiali saluti.
Francesco (Firenze)
RISPOSTA
Premesso che in una mail non si possono riassumere tutte le risposte alle sue domande credo sia importante chiarire alcuni concetti:
gli effetti collaterali dei farmaci detti IPP non sono in realtà così “terribili” come sono stati ultimamente definiti;
da anni gli interventi di plastica antireflusso sono codificati e le loro complicanze sono sovrapponibili agli interventi più comuni come una colecistectomia o una appendicectomia;
per una scelta corretta bisogna proseguire con gli accertamenti di fisiopatologia come pHimpedenziometria 24 ore e monometria esofagea.
Rimango a sua disposizione, se avesse bisogno di una mia opinione personale mi può contattare sulla mia mail istituzionale che le può inoltrare la redazione di ok salute.
cordiali saluti