DOMANDA
Buongiorno, vorrei sapere se in caso di ridotta o compromessa funzionalità renale si possano assumere anche acque medio minerali (ad esempio le bicarbonato calciche…) o se è più indicata un’ acqua ologominerale o minimamente mineralizzata (penso ad un anziano che ha necessità di integrare il calcio, ma con problemi renali…)
Grazie e buon lavoro!
Annalisa
RISPOSTA
gentile Annalisa,
Il tema delle caratteristiche qualitative dell’acqua ingerita dai pazienti con insufficienza renale è poco esplorato. La ricerca si è concentrata più sulla possibilità di avere la presenza di sostanze tossiche per i reni nell’acqua del rubinetto (ad esempio arsenico) che sulle potenziali proprietà curative di acque specifiche, con l’eccezione del problema clinico rappresentato dalla calcolosi renale. Tengo a precisare che l’acqua del rubinetto viene costantemente monitorata dalle autorità preposte e che la sua qualità è del tutto adeguata anche per i pazienti con malattia renale. Per questo i nefrologi non danno indicazioni all’acquisto di acque minerali nel percorso di cura della malattia renale cronica.
Anche sulla quantità di acqua da bere ci sono discussioni aperte e le uniche due condizioni in cui è chiaro che bere molto sia vantaggioso sono nuovamente la calcolosi renale e le infezioni urinarie. Nella malattia renale cronica bisogna bere adeguatamente per evitare la disidratazione ma anche evitare di bere troppo per evitare il sovraccarico idrico.
Tornando alla sua domanda, un’acqua contenente bicarbonato e calcio potrebbe essere vantaggiosa per contrastare rispettivamente l’acidosi metabolica ed un ridotto assorbimento intestinale di calcio tipici della malattia renale cronica. D’altra parte si ritengono più indicate le acque povere di sodio per il problema dell’ipertensione e del sovraccarico idrico da eccesso di sodio alimentare.
Essendo l’ingestione di acqua un evento fondamentale per la nostra vita, uno studio più approfondito di queste tematiche nei pazienti con malattia renale cronica sarebbe senz’altro utile.
Cordiali saluti,
Dr. Maurizio Gallieni